TESTO Commento su Marco 10,32b-45
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Mercoledì della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (26/05/2010)
Vangelo: Mc 10,32b-45
Dalla Parola del giorno
Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?
Come vivere questa Parola?
A questa domanda che sembra dominare il vangelo di oggi, i due apostoli rispondono: "Lo possiamo!". Una risposta corta e decisa, data in fretta forse, di due che, in fondo in fondo, non sapevano bene che cosa stavano dicendo. Gli altri loro dieci compagni avrebbero risposto lo stesso, anche loro. Il fatto che cominciarono ad indignarsi contro i figli di Zebedeo dimostra che erano pezzi della stessa stoffa.
In questo brano, Marco, a differenza di Matteo, non ha paura di presentare i discepoli di Gesù nella loro fragile umanità. Loro erano semplicemente umani, come noi; e noi possiamo diventare evangelisti, ovvero, annunciatori della buona notizia della salvezza, come loro.
Quegli uomini si sono lasciati attrarre dal carpentiere predicatore e hanno accettato l'invito a diventare discepoli suoi. Sognavano libertà per il loro paese, aspettavano un messia poderoso, certamente, che potesse scacciare i Romani e fondare un nuovo governo per la loro patria. Perciò erano pronti a tutto! Il nuovo testamento ci mostra che nonostante le loro mancanze e difficoltà i discepoli sono rimasti con il Signore non già per seguire i loro sogni ma per seguire il loro Maestro.
Infatti, con Paolo, hanno potuto: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?". (Rm 8,35) Consolati e illuminati dallo Spirito Santo hanno dato tutto di sé per diffondere l'amore al Signore, e cercare di fare molti discepoli per tutto il mondo.
Ecco il passaggio che sono riusciti a fare: dai progetti personali al progetto di Dio, che loro hanno conosciuto come Padre tramite l'incontro con Gesù. Con tutta semplicità potevano dire: "Abbiamo bevuto del calice del Cristo, e siamo stati battezzati con il suo battesimo".
Oggi, nel mio momento contemplativo, mi lascerò interpellare dalla domanda di Gesù. Gli risponderò in sincerità dal profondo del mio cuore.
Che io cerchi te, Signore, mi fidi di te e ti annunci nel mondo!
La voce di un testimone di oggi
Sì, abbiamo avuto il coraggio - in certi periodi della nostra vita - di crederci diversi dagli altri uomini. E qui sta la menzogna più radicale, dettata dall'egoismo più pericoloso: quello dello spirito. E su tale menzogna il nostro egoismo fa la sua costruzione babelica, riuscendo a servirsi della stessa pietà, della stessa preghiera per soddisfarsi.
Carlo Carretto