TESTO Formule vincenti
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S. Pio X (18/04/2010)
Vangelo: Gv 21,15-17
15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore».
Formule vincenti per un catechismo rinato dall'amore.
Questa benedetta memoria, che con l'avanzare degli anni si va perdendo quando uno comincia a diventare anziano, non ha affatto scoraggiato quel vecchietto energico e brillante che era Pio X.
E così, si è preparato a formulare il suo CATECHISMO, sul quale tante generazioni hanno potuto, a memoria, fondare la loro fede, nelle generazioni.
Reimparare oggi a memoria forse non è più di moda?
Ne siamo sicuri?
La legge della pubblicità in tutti i campi forse non ci martella e ci ripete fino all'ossessione i suoi slogans, pensando così di poter accaparrare la simpatia per vendere e comprare quello che si vuole da parte di chi pone in atto i suoi interessi?
Recuperare questa legge umana come regola della fede non è dunque così fuori luogo, anzi forse è la sfida della modernità.
La memoria gioca pur sempre un ruolo decisivo, anche nella preghiera, e l'applicare con amore la ripetizione delle formule e delle definizioni nella preghiera, nella liturgia e nel culto pastorale può aiutare non solo il singolo credente, ma la comunità ad essere più partecipativa e capace di tramandare con la parola umana quello che si accompagna in parallelo con la Parola di Dio.
Ma la fede non è pur sempre la nostra memoria viva?