TESTO Matteo "il cammello"
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S. Matteo apostolo ed evangelista (18/04/2010)
Vangelo: Mt 9,9-13
9Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
NON PENSATE CHE I RICCHI NON ENTRINO NEL REGNO DEI CIELI
Matteo si è fatto quel "cammello" che Gesù aveva accennato, per poter passare per la cruna dell'ago della verità, per poter accedere a quell'incontro con la Verità che questo esattore delle imposte ora vuole esigere come tassa della verità su se stesso.
Tassa obbligatoria per Matteo diventa la verità: impone a se stesso di accoglierla, di capirla, di comprenderla, di vederla, e pagando con la risposta della sincerità entra, attraverso l'ago di una parola:"Seguimi", per la porta stretta che lo conduce nell'infinito fattosi carne...e intanto, per ora, banchetto di comunione con lui.
Su questo "cammello" che è Matteo pesava il carico della imposte che riscuoteva per obbligo agli altri, ma facendo dell' "obbligazione" il senso della vita, la propria imponente mentalità.
Ora, su questo "cammello" non grava più l'imposizione, si disfa di tutto l'ingombro del carico che gli gravava sulle "gobbe", e libero e conformato alla "cruna dell'ago" della verità di sè può passare attraverso l'accesso altrimenti fino ad allora inaccessibile.
E la sua vita banchetta, fa comunione, e dalla obbligazione e dalla imposizione passa alla comunione e alla sequela dell'amore.
Ha pagato la tassa della verità a se stesso, seguendo Gesù, e ha diritto di entrare prima di tutto dentro la propria persona, riscoprendosi peccatore, ammirando Colui che è venuto non a imporre, ma a liberare.