TESTO Con la spada si condivide l'amore
San Martino di Tours (11/11/2010)
Vangelo: Mt 25,31-40

«31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”».
Un gesto di carità nel freddo gelido della nostra era.
Martino richiama
- la forza del soldato,
- la velocità del cavaliere di battaglia,
- l'intuizione ardente dell'uomo vittorioso,
- la partecipazione alla vita dell'altro,
- la nobiltà che non si innalza ma che si abbassa e condivide,
- la prontezza nello spezzare quello che si ha per chi non ha,
- e anche la considerazione per chi non appare come te, ma non è affatto diverso da te.
Tutto questo, Martino ce lo richiama a nome del Cristo.
Ciò che comanda il suo destriero e lo ferma al momento opportuno non è la sua intuizione, ma l'ispirazione che gli viene concessa dallo Spirito, che è il suo condottiero, il suo mandante e il suo comandante primo.
Ciò che lo fa diventare così vicino a noi non è l'abbassamento suo in quel gesto di compassione, ma l'elevazione di quel povero freddoloso al suo cospetto, opera del Cristo che si innalza sotto quelle spoglie al suo sguardo sincero e di fede.
Martino chissà quanti poveri ha veduto, quanti soldati ha incontrato, e quante battaglie ha esordito...ma solo quel gesto lo rende ora vincente.