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TESTO Commento su At 7,2-3

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Sabato della II settimana di Pasqua (17/04/2010)

Brano biblico: At 7,2-3 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

I Dodici [...] dissero: Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico.

Come vivere questa Parola?

È la Chiesa delle origini che trova, a poco a poco, il suo modo di configurarsi avendo sempre come anima lo Spirito Santo e come legge il Vangelo di Gesù.

Si tratta qui di ascoltare anche gli insorgenti bisogni e dare a tutto un ordinamento vitale. Così "i dodici" (gli Apostoli) ora si rendono conto di non poter, da soli, sopperire a tutto. Cercano la collaborazione dei fedeli: quelli che godono la stima del popolo. A loro affidano l'impegno caritativo-sociale, mentre essi si radicano ancor meglio nella persuasione che il loro compito specifico è quello di ascoltare pregare celebrare e annunciare la Parola di Dio che non può mai e poi mai essere trascurata.

È molto importante che tutti - presbiteri consacrati e laici - abbiano ben chiara questa peculiarità. I primi per viverla senza sconti, gli altri per non diventare complici (fosse anche con buone intenzioni) di confusioni e annacquamenti della spiritualità.

Oggi, nel mio rientro al cuore, senza pensieri di cattiva critica a specifiche persone, ma con chiara visione dei fatti, rifletto sulla necessità che preti, consacrati e laici impegnati siano nutriti giornalmente della Parola di Dio meditata e pregata. Dopo, questa Parola stessa diventa necessariamente vita e annuncio.

Signore, donaci sacerdoti santi perché cultori della Parola che annunciano. E fa dei laici gente affamata di una Parola che non va mai disattesa, pena la malattia dello spirito, la morte del cuore.

Le parole di un grande ecumenista contemporaneo

Noi siamo smarriti come orfani finché non accogliamo lo Spirito filiale come nostra origine verginale. Viviamo tutto come un'imposizione e siamo schiavi finché non ci consegniamo a Lui, che è la libertà e la grazia. E dato che Egli è il soffio del Verbo, è Lui che ci può insegnare ad ascoltare - si è muti soltanto perché si è sordi - e più sapremo ascoltare il Verbo.
Jean Corbon

 

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