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TESTO Commento su At 4,34-35

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Martedì della II settimana di Pasqua (13/04/2010)

Brano biblico: At 4,34-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

Come vivere questa Parola?

Non solo questi ma altri due brani all'interno degli Atti degli apostoli risultano ‘sommari' che descrivono la comunità dei primi cristiani. La loro identità è di ordine teologico spirituale esistenziale. E ha tale forza, tale carattere generoso che ogni comunità che voglia anche oggi dirsi cristiana, con essa è chiamata a confrontarsi.

Sulle prime si potrebbe dire che qui si tratta della dimensione puramente economica. Una bella, encomiabile decisione, un bel modo di eliminare un guaio sempre gravissimo: il divari tra quelli che sono troppo ricchi e quelli che sono troppo poveri. C'è anche questo, ovviamente. Ma, se andiamo più a fondo, scopriamo ben altro. In questo stesso brano si dice che quelli che erano venuti alla fede avevano un cuor solo e un'anima sola. E questo unico cuore, questa sola anima da che cosa traeva spirito e vita? Il testo sacro svela che "con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore" e una grande grazia agiva in tutti.

Proprio così. Sempre così. Là dove la fede è vera e la pratica non si esaurisce in pietismo o in spiritualismo, la fede va per mano alla carità. O forse è meglio dire che è la radice di quel vero modo d'essere cristiani che è amare il prossimo come se stessi.

Nella pausa contemplativa mi interpello, oggi, sulla autenticità della mia fede. È tale da non sopportare che attorno a me ci siano dei bisognosi?

Signore, scuoti la mia tiepidezza, la mia aridità di cuore. Fammi capace di vivere donando ai bisognosi il mio sovrappiù.

La voce di un grande teologo-testimone
La Chiesa è Chiesa soltanto se esiste per gli altri.
Dietrich Bonhoeffer

 

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