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TESTO Non discernere il segno

don Luciano Sanvito

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Sabato della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/10/2009)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

NON SAPER DISTINGUERE IL SEGNO DI DIO E' PERDERE LA VITA

IL SEGNO CI AIUTA A DISCERNERE LA NOSTRA AZIONE VITALE

SENZA IL SEGNO LA NOSTRA VITA PERDE IL SENSO E IL VALORE

Senza l'interpretazione del segno avviene l'impossibilità alla conversione e quindi la perdita della grazia.

Ogni volta che rimandiamo via da noi il segno della grazia o non lo accogliamo per la nostra conversione, avviene l'attuazione della morte.

Quello che accade attorno a noi, tutto è segno della grazia e della non conversione a essa.

La grazia di Dio attraverso i segni si pone per la nostra vita accanto a noi nel percorso dell'esistenza; ma la nostra disattenzione e gli interessi che si rivolgono altrove diventano segni disgrazianti per noi.

Comunque e sempre, in ogni caso, il segno è operativo e non lascia quelli che siamo: ci cambia verso la vita oppure verso la morte; ci porta alla conversione, oppure attua il giudizio su di noi in morte dell'amore.

Ecco perché il rimandare il segno di Dio diventa anche l'attestazione della nostra morte, dell'indirizzo che poniamo verso la scelta della situazione a noi sfavorevole, e prima fra tutte l'incapacità di essere in grado di discernere il segno, occasione di vita per noi e per il mondo.

 

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