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TESTO Mc 2, 1-12

padre Paul Devreux

VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (20/02/2000)

Vangelo: Mc 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.

3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».

6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Gesù sta predicando, probabilmente in casa di Pietro.
Quattro persone decidono di portargli un paralitico.
E' un gesto bello, segno di fede, di speranza e di carità.

La folla non gli da importanza, preferiscono continuare ad ascoltare Gesù piuttosto che fare spazio per lasciare passare quest'ambulanza.

Se io fossi uno dei quattro mi scandalizzerei e direi: "che ascoltate a fare? Pensate solo a sfruttare la situazione; fate spazio a chi ha realmente bisogno".

Ma la folla non sente nulla, fare spazio equivale a morire per l'altro.

Non si scoraggiano. Spesso vi era una scala esterna che permetteva di andare sul terrazzo delle case.

Gesù nota la fede di questi quattro, del paralitico non sappiamo se ha fede anche lui; forse sì.

E' importante notare che la condizione essenziale perché quest'uomo possa arrivare da Gesù, è il lasciarsi portare.

Io sono disposto a farmi aiutare per arrivare da Gesù, o so già tutto?

Gesù nota la fede e la generosità di queste persone. E' facile pensare che si tratti di giovani, perché ci vuole forza, immaginazione e incoscienza per scoperchiare una casa con la gente sotto; come minimo hanno impolverato tutti. Solo l'entusiasmo giovanile può arrivare a concepire un progetto simile.

Un adulto avrebbe troppa paura delle possibili conseguenze e reazioni dei proprietari della casa, e forse anche di Gesù. Sarebbe paralizzato solo all'idea.

Gesù desidera rispondere con lo stesso entusiasmo e la stessa generosità di questi quattro e dà subito il massimo, senza badare alle conseguenze, che saranno la sua condanna a morte. Dà il suo perdono.
Ma che peccati ha commesso un paralitico?

Che la malattia avesse un qualche nesso con il peccato, la coscienza ebraica n'era convinta. Noi non sempre ce ne rendiamo conto.

Diciamo che l'origine di tutti i mali è il peccato, ma siamo anche convinti che un osso rotto è solo un osso rotto. Eppure è anche vero che molti mali e malattie vengono dal peccato anche oggi, e principalmente proprio la paralisi; non quella fisiologica, ma quella relazionale.

Quante volte le mie paure, la diffidenza, l'egoismo, mi impediscono di lasciare spazio all'altro nella mia vita, nella mia casa, nel mio tempo, nei miei affetti. Perché faccio tesoro delle esperienze negative che alimentano la diffidenza, e non di quelle positive?

Quanti bambini e progetti abortiti per paura del futuro, di rimetterci. Le difficoltà sono tante, ma qualcuna potrei superarla se fossi in comunione con Dio. Quanto bene ho abortito nella mia vita perché paralizzato dalle mie paure e dai preconcetti.

Questo nostro mondo è pieno di paralitici, chiusi in casa a recriminare, a criticare e a piangere sulla loro sorte. A volte non faccio semplicemente per paura di essere giudicato buono o diverso, o per paura di rimanere solo, per paura del "cosa diranno".
Ciò che paralizza più di tutto sono l'odio e il rancore.
E Dio dov'è?

Eccolo accanto a questo malato che si è lasciato portare o che ha chiesto di essere portato da Gesù.

Perché Gesù non è andato a casa sua? Gesù non fa violenza a nessuno, si limita a mettermi in condizione di poterlo andare a trovare.

Il perdono risuscita chi sa di averne bisogno; è sprecato per chi non se ne rende conto.

La paralisi, alla luce di ciò, può diventare un dono di Dio se mi aiuta a vedere il mio peccato, le paure e tutto ciò che mi separa da Dio e dagli altri.

Signore grazie per quando usi il male per aiutarmi a tornare a te.
"Prendi il tuo lettuccio e cammina"

Signore, non ne ho più bisogno, te lo lascio, cosi potrai darlo ha qualcuno che ne ha bisogno.

No, prendilo tu e portatelo sempre dietro, per non dimenticare mai l'amore che gratuitamente ti ha amato e risuscitato; per ricordarti sempre chi sei tu e chi sono io, affinché tu non abbia a paralizzarti un'altra volta.
Qual è il futuro di quest'uomo?

Continuare a cercare Gesù, a lasciarsi portare da lui, a vivere il battesimo e a portarci altri che, come lui, ne vedono il bisogno.

Benedetto lettuccio, che ora mi permette di capire gli altri e di portarli da Gesù: ti maledicevo ma ora devo benedirti.

 

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