TESTO Accogliere il segno
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Venerdì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (05/10/2007)
Vangelo: Lc 10,13-16
«13Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 14Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 15E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».
L'ACCOGLIENZA O IL RIFIUTO DEL VANGELO SONO UN GIUDIZIO...
Il miracolo e quindi ogni segno da esso derivante, non accolto, provoca un giudizio.
La non conversione è anche applicazione del giudizio di morte sul rifiuto.
Rifiutare il segno del Regno e della grazia non è una cosa scontata, di fronte alla quale uno può o meno essere libero di fare quello che vuole.
Essere libero significa decidere o non di essere liberato o condannato.
L'atteggiamento della libertà acquista valore di estrema responsabilità di fronte al messaggio del Regno, che non è semplice e mera proposta umana e terrena, ma pone in atto la realtà della vita e della morte nella situazione di chi accoglie o rifuta il messaggio.
Il richiamo alla conversione mette in atto un sistema di azione verso la vita o verso la morte di chi riceve l'annuncio.
Essere in questa situazione nel percorso della vita diventa anche un giudizio in atto sul presente, una attestazione che si è o non si è nella comprensione dei segni, che portano in essi la sostanza della vita.
SENZA ACCOGLIENZA DEI SEGNI, SI ATTUA IL GIUDIZIO MORTALE