TESTO Gv 8, 1-11
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V Domenica di Quaresima (Anno C) (01/04/2001)
Vangelo: Gv 8,1-11
1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Oggi vediamo i scribi e i farisei uniti per mettere Gesù alla prova: vedere se il suo insegnamento regge alla prova dei fatti. Pensano di metterlo in difficoltà perché se Gesù afferma che va condannata, contraddice il suo insegnamento sul perdono e si mette in urto con l'autorità dei romani; se afferma che va perdonata va contro la legge di Mosè.
L'istituto della lapidazione ebraica prevedeva che i testimoni buttassero la prima pietra, assumendosi la responsabilità della condanna. Con la sua frase: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra, "Gesù non dice: "Come fai a giudicare l'altro tu che sei peccatore, chi ti credi di essere!" Se questo fosse il significato della sua frase, delegittimerebbe tutti i tribunali. Questi non si basano sulla purezza dei giudici, ma sulla legge.
Forse intende dire: "Chi, in coscienza, è convinto che con la lapidazione si elimina il male dalla società, e da noi stessi, cominci."
Con quale tono e stato d'animo Gesù pronuncia questa frase? Sappiamo che Gesù non divide l'umanità tra buoni e cattivi; non è complice dell'adultera, non la difende colpevolizzando gli altri. Desidera accogliere anche i scribi e farisei, non solo perché accoglie tutti, ma perché guarda con simpatia a coloro che hanno il coraggio di affrontare il problema della giustizia. Sa che lapidare non è divertente per nessuno.
Le parole di Gesù sono dette con amore. Gesù si china prima e dopo aver parlato per assumere un
atteggiamento disarmato, che permetta ai presenti di ragionare serenamente. Un atteggiamento altezzoso avrebbe alimentato quella rivalità che acceca le coscienze.
I più anziani sono i primi a partire, non perché sanno d'essere peccatori, quanto perché sanno che
queste esecuzioni capitali non danno pace, e non hanno mai cambiato nulla, tant'è vero che questa adultera non è la prima. Il primo a partire ha avuto coraggio e anche noi dobbiamo guardare a lui con simpatia.
Per capire meglio, pensiamo al diluvio universale: Dio elimina i cattivi, e poi promette di non farlo
mai più, perché vede che non serve a nulla. Il cuore dell'uomo non cambia. Affronterà il problema diversamente, mandando suo figlio. Ed è questo è il punto importante di questa storia: come affronta Gesù il problema della giustizia?
Gesù lo affronta prendendo su di se il peccato del mondo; come? Dicendo: "Signora, sono disposto a pagare io per lei. Se c'è bisogno che muoia qualcuno per ristabilire l'ordine sociale,
preferisco morire io affinché lei possa avere la possibilità di ricominciare. Ho fiducia in lei e nella mia capacita di amarla. Penso che se lei contemplerà il mio morire per lei, si sentirà talmente amata e accolta, da non sentire più il bisogno di commettere adulterio, perché diventerò io la sorgente necessaria e sufficiente per la sua vita. Ora vada, ma se trova difficoltà a tornare a casa, non si disperi, sappi che la mia comunità è sempre disposta ad accoglierla."
Signore grazie, per come, con la tua Passione, tu fai giustizia concretamente, affrontando i
problemi di base. Fa' che anche io possa contemplate la tua disponibilità a morire per me, affinché il mio cuore si sazi di te e non sia più schiavo dell'avidità che mi porta a fare del male.