TESTO Commento su 1Cor 11,23
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Giovedì Santo (Messa in Cena Domini) (01/04/2010)
Brano biblico: 1cor 11,23
1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. 2Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, 3Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? 13Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. 14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Dalla Parola del giorno
Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me".
Come vivere questa Parola?
Paolo rievoca qui le parole del Signore, quando nell'ultima Cena istituisce l'Eucaristia. Con queste parole egli invitava i cristiani di Corinto ad entrare pienamente in questo evento di portata enorme per la fede. Oggi invita anche noi.
Il pane spezzato, il calice colmo del vino non sono un simbolo quando, durante la Messa, vengono consacrati. Essi sono realmente il Corpo e il Sangue di Cristo. L'Alleanza, che è il filo d'oro della storia d'amore intessuta da Dio col suo popolo, qui diventa "la nuova ed eterna Alleanza": un patto d'amore non più scritto su pietra, ma siglato dal sangue stesso di Gesù, dal suo amare "i suoi sino alla fine" ossia fino a un punto, oltre il quale non si può più andare. Un amore che nel vangelo di oggi diventa ‘servizio' umile e generoso (lavanda dei piedi).
Oggi, nel mio rientro al cuore, che può coincidere con la veglia eucaristica della sera, chiedo al Signore che il mio cuore si apra all'accoglienza di questo mistero d'amore. Rievoco nelle profondità del mio essere quella notte in cui Gesù visse il dramma del tradimento e l'abbandono fiducioso al Padre per amore dell'umanità intera. Sosto con Lui nel cenacolo e con Lui nell'orto degli ulivi. Lo amo!
Signore Gesù, questo giorno sia per me un memoriale, che io partecipi con te alla redenzione del mondo. E perché questo memoriale continui nella storia donaci sacerdoti santi che ci donino te: il tuo Corpo e il tuo Sangue.
La voce di un vescovo
Chi sa che non sia il caso di completare il guardaroba delle nostre sacrestie con l'aggiunta di un grembiule tra le dalmatiche di raso e le pianete di lamine d'oro, tra i veli omerali di broccato e le stole a lamine d'argento!
La cosa più importante, comunque, non è introdurre il "grembiule" nell'armadio dei paramenti sacri, ma comprendere che la stola ed il grembiule sono quasi il diritto ed il rovescio di un unico simbolo sacerdotale. Anzi, meglio ancora, sono come l'altezza e la larghezza di un unico panno di servizio: il servizio reso a Dio e quello offerto al prossimo. La stola senza il grembiule resterebbe semplicemente calligrafica. Il grembiule senza la stola sarebbe fatalmente sterile.
Tonino Bello