TESTO Commento su Giovanni 6,35-40
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Mercoledì della III settimana di Pasqua (21/04/2010)
Vangelo: Gv 6,35-40
L'incomprensione da parte dei giudei porta Gesù ad affrontare più esplicitamente l'argomento della sua identità con parole chiare che mettono tutti davanti a scelte concrete. "Gesù rispose: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete" (v. 35). E' lui il pane venuto dal cielo per nutrire e sostenere il nuovo popolo di Dio. E' lui il dono d'amore fatto dal Padre ad ogni uomo, pellegrino nel deserto del mondo. E' lui la Parola che dà la vita eterna.
Gesù denuncia la mancanza di fede dei giudei. Essi hanno ascoltato le sue parole e hanno visto i segni operati da lui, ma rifiutano di aderire a lui.
In questo brano Gesù spiega il motivo ultimo dell'incredulità dei giudei: essi non fanno parte del gruppo di coloro che il Padre ha dato al suo Figlio. Il Padre vuole la salvezza completa e perfetta di tutte le persone affidate al Figlio, e questa salvezza è la risurrezione nell'ultimo giorno.
Il dono della vita eterna e della risurrezione nell'ultimo giorno è legato a una condizione: contemplare il Figlio e credere in lui. Si tratta dello sguardo contemplativo di una fede profonda che orienta tutta l'esistenza verso la persona di Gesù.