TESTO Commento su Giovanni 3,16-21
Mercoledì della II settimana di Pasqua (14/04/2010)
Vangelo: Gv 3,16-21
Questi pochi versetti esprimono molto bene il carattere universale della salvezza operata dal Cristo, che trova la sua origine nell'iniziativa misteriosa dell'amore di Dio per gli uomini. Il fatto che il Padre ha mandato a noi il suo Figlio per salvarci è la più alta manifestazione di Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8-16).
La missione di Gesù è quella di portare agli uomini la salvezza: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chi crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (v.16). La scelta fondamentale dell'uomo è questa: accettare o rifiutare l'amore del Padre che si è rivelato in Cristo. Questo amore non giudica e non condanna il mondo, ma lo salva: "Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui" (v. 17).
Il giudizio è un fatto attuale: avviene nel momento in cui l'uomo si incontra con Gesù. Chi crede, aderendo esistenzialmente alla persona del Figlio di Dio, non è giudicato; chi lo rigetta è già giudicato e condannato al presente, perché ha rifiutato Dio.
Chi accetta Gesù evita la perdizione e ottiene la vita, chi invece lo rifiuta è già condannato perché si autoesclude dalla salvezza eterna. Chi rifiuta il Salvatore, rifiuta la salvezza.
Le opere del mondo sono malvagie perché ispirate dal maligno. Il mondo è completamente in balia del maligno se non va verso Gesù. La radice di queste opere maligne è la mancanza di fede in Gesù. Chi è sotto l'influsso del maligno odia Gesù, luce del mondo, e non vuole aderire alla sua persona perché aderisce al demonio.
"Chi fa la verità" è l'opposto di "chi fa il male". Fare la verità è assimilare la rivelazione di Gesù. La fede in Gesù è dono del Padre e ha come scopo la vita di comunione con Dio. Le opere del discepolo sono fatte in Dio (v. 21) perché hanno la loro origine nel Padre. Dio è l'origine e il fine della vita di fede.