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TESTO La Pasqua è partita

don Luciano Sanvito

II Domenica di Pasqua (Anno C) (28/03/2010)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

"MIO SIGNORE E MIO DIO"
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Il riconoscere il Signore è un trapassamento, attraverso le sue ferite, da parte del nostro cuore, della nostra anima e della nostra mente.

Se non vediamo e non tocchiamo, non c'è nulla che la comunità ci può tramandare al di là di un messaggio aleatorio.

Per far partire la comunità dei credenti con la forza della testimonianza ci voleva proprio lui: Tommaso.

Detto "Didimo", cioè gemello; e di chi, se non di ognuno di noi?

Tommaso è il catalizzatore e la forza promotrice del messaggio concreto dell'esperienza con il Risorto: la sua richiesta non è solo una curiosità per lui, ma è la curiosità che si fa ricerca in noi, nella comunità e nel mondo intero, attorno alla domanda di chi sia il nostro Signore e il nostro Dio.

La fusione tra l'ideale della comunità e la pratica nella vita della persona fa da ago della bilancia nell'equilibrio del cammino della Chiesa che parte alla luce pasquale.

Come a dirci: "...Ohela, guarda che la Pasqua è partita, mica stà lì ferma nel quadretto dell'intimità di quei là! Il cammino è ripartito, e in modo nuovo! E tu, cosa stai aspettando? Il tuo Signore e Dio è in giro!"

 

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