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TESTO Per le sue piaghe noi siamo stati guariti

don Romeo Maggioni   Home Page

Domenica delle Palme (28/03/2010)

Vangelo: Is 52,13-53,12|Eb 12,1b-3|Gv 11,55-12,11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 11,55-12,11

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.

1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Per Gesù è arrivata la sua "ora". Entra in Gerusalemme per la sua settimana decisiva. Lì compirà i suoi atti fondamentali per la nostra salvezza e il nostro riscatto: la sua passione e morte in croce.

Ha voluto preparare bene questo ingresso in città, quasi un presentarsi ufficiale quale Messia preannunciato dai profeti: il Servo Sofferente per le cui "piaghe noi siamo stati guariti" (Lett.).

Quanti l'hanno capito? Forse neanche tutti i più vicini. Non era facile accettare un Messia così sconcertante: cavalca un asino. Questo Messia umile vuol portare il peso dei nostri peccati, e sarà un Messia crocifisso.

1) UN MESSIA CROCIFISSO

Domandiamoci: che cosa significa che Cristo ci salva dalla croce? Che cosa vuol mostrare Dio scegliendo di farsi conoscere crocifisso? Questa è la sorpresa: Dio ha tanto voluto condividere la nostra vita da sostituirsi a noi nel riscatto dal male e dal peccato. E' venuto lui, come uomo, perché finalmente un uomo - e come nostro fratello maggiore - esprimesse a nome nostro e in nostro favore tutta la faticosa obbedienza a Dio, dopo il no del primo Adamo, cioè di ognuno di noi. "Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori, è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti" (I lett.).

Una condivisione portata fino all'estremo dono di sé, fino al segno del sangue: "Avendo amato i suoi, li amò fino alla fine" (Gv 13,1). Dio è uno che ci mette la pelle per noi: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (Gv 15,13). Sant'Agostino ha una espressione illuminante: "Potuit gutta, venit unda"; poteva salvarci con una goccia di sangue, ne venne una valanga...! Amare quando le cose van bene, son buoni tutti! Anche per noi la prova d'amore vuole sacrificio. La croce allora è lo spettacolo della ECCEDENZA di Dio, del suo voler strafare in amore. Dio ha voluto toccare il nostro cuore perché la sua vittoria non è in potenza ma in amore.

Il risultato di questa condivisione e di questo amore è la nostra riconciliazione con Dio e la reintegrata partecipazione alla condizione di figli di Dio. Quei fatti avvenuti a Gerusalemme - con la sbocco della risurrezione - sono stati come uno squarcio di verità sugli inganni del mondo: il Giusto innocente, perseguitato e condannato dai malvagi, oppresso dal male e dalla morte, ma fiducioso nel suo Dio, viene da Dio liberato e ora siede vivo e glorioso alla destra del Padre. "Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio" (Epist.). Finalmente Dio è intervenuto a capovolgere le sorti del mondo e dell'uomo. La signoria del bene vince il dominio del male.

2) L'ATTUALITA' DI QUEGLI EVENTI

Il gesto compiuto alla processione, agitando i rami d'ulivo, ha un significato ben preciso: anche noi, come i fanciulli di Gerusalemme, accogliamo oggi nella nostra comunità Gesù che viene in questa settimana per rendere presenti quei suoi atti salvifici e per comunicarcene il frutto. I Riti del Santo Triduo sono appunto "il vestito" sacramentale entro il quale si cala l'opera salvifica di Cristo resa attuale per noi. Di fronte a un così strano modo di essere Messia e Salvatore chi non si sconcerterebbe? Il Vangelo ci indica appunto atteggiamenti e scelte diverse davanti al Cristo sofferente.

Siamo sei giorni prima della Pasqua. A Betania Gesù ha risuscitato Lazzaro. Ormai è sulla bocca di tutti. E' l'uomo del giorno; la folla lo cerca con curiosità, come si cerca la firma di un divo: "Che ve ne pare? Non verrà alla festa?". Dietro loro sta chi lo cerca per ucciderlo. Sono i capi e i farisei: "Avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse perché potessero arrestarlo.."; anzi "decisero di uccidere anche Lazzaro". L'incredulità si traduce spesso in persecuzione. C'è poi Giuda, l'ipocrita: "Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri? - Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro". E' il perbenismo chiuso ad ogni valore religioso, sempre pronto a sfruttare a proprio vantaggio e a sporcare col proprio interesse anche le cose più sacre!

Infine c'è il gesto di Maria, espressione di un amore delicato, che intuisce la valenza di condivisione e di salvezza dell'imminente morte di Gesù. Gesù la difende, apprezzando la sua attenzione personale verso di lui. "I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me". Quale dolce e forte rimprovero! Avere me, dice Gesù, la mia Persona, il rapporto d'amore, questo conta più di tante cose! Almeno questa settimana, sia tutta da riservare a Me! Nessuno in questi Santi Giorni si meriti il lamento di Gesù: "Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora?" (Mt 26,40). E' la Settimana "autentica", tutta da dedicare a Dio.

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La Chiesa, coi suoi riti solenni, ci metterà davanti la vicenda di Cristo, tutta da contemplare e da imitare. "Fratelli, seguiamo il cammino di Cristo che conduce a salvezza. Egli morì per noi, lasciando un esempio. Sulla croce portò nel suo corpo i nostri peccati perché, morendo alla colpa, risorgessimo alla vita di grazia" (Dopo il vangelo). Seguire Gesù per risorgere a vita di grazia, anzi, come lui, a vita di gloria: "Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento" (Epist.).

Alla nostra disponibilità farà però riscontro l'iniziativa sacramentale di Cristo nella celebrazione solenne del Sacro Triduo. Fare Pasqua vuol dire partecipare a queste Celebrazioni, con cuore pentito e attenzione piena, con un coinvolgimento anche affettivo. Domenica sarà Pasqua di risurrezione. Sia davvero risurrezione anche per tutti noi!

 

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