TESTO Io sono la risurrezione e la vita
V domenica di Quaresima (anno C) (21/03/2010)
Vangelo: Gv 11,1-53
1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Di fronte alla morte di un caro amico, anche Gesù "si commosse profondamente.. e scoppiò in pianto". Anzi si dovrebbe tradurre meglio: "si irritò". Non è che Dio non sappia delle nostre tragedie, ma non era nel suo disegno la morte dell'uomo. E' perché gli uomini hanno "soffocato la verità nell'ingiustizia" (Epist.) che "l'ira di Dio si manifesta contro ogni empietà e ogni ingiustizia" (Ibid.). Avendo Dio lasciato - e rispettato - la libertà dell'uomo, "essi non hanno alcun motivo di scusa" dal momento che "non lo hanno glorificato e ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata" (Epist.). E poiché tutti hanno peccato - cioè hanno pensato di fare a meno di Dio - Dio li ha abbandonati alla morte: "Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato la morte, così in tutti gli uomini si è propagato la morte, poiché tutti hanno peccato" (Rm 5,12).
Se la Bibbia dice ciò che l'uomo ha fatto per distruggere il disegno di Dio, molto più racconta l'iniziativa di Dio per liberare l'uomo dalle sue schiavitù: "Allora gridammo al Signore, ed egli ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria.. e ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e braccio teso" (Lett.).
Su questo sfondo sta oggi il segno della risurrezione di Lazzaro e più oltre l'evento della morte e della risurrezione di Cristo, fondamento e forza di risurrezione e vita anche per noi.
1) LAZZARO VIENI FUORI
E' questo chiaramente un segno: della potenza di vita che ha Dio; della volontà e mira finale che possiede tutta l'opera di riscatto di Cristo. Venuto a salvare l'uomo, Cristo guarisce i corpi, libera dal demonio, perdona i peccati, e risuscita i morti. A Cafarnao ridona viva ai genitori una bambina di dodici anni; a Naim ferma un funerale e restituisce vivo il figlio unico ad una madre vedova. Qui Gesù piange un morto di famiglia, era la famiglia dei suoi amici più cari. Ma proprio per questo è venuto a riscattarci: per vincere la signoria della morte. Noi cristiani saremmo la gente più insensata se credessimo a Cristo solo per questa vita (cf. 1Cor 15,19). "La risurrezione della carne", professiamo nel Credo, "e la vita eterna".
"So che risorgerà nell'ultimo giorno", dice Marta. Gesù le risponde: "Io sono la risurrezione e la vita". La novità sta qui: Lui, Cristo è lo strumento diretto di tale risurrezione; ed è qui! Quel destino di vita che Dio aveva sognato per l'uomo e che l'uomo aveva perso col peccato, ora è Cristo a renderglielo, con la sovrabbondanza della grazia che supera di misura il danno del peccato (cf. Rm 5,15-19). "In nessun altro c'è salvezza" (At 4,12). Questo suo gesto di redenzione è l'unico strumento ora praticabile per arrivare alla vita. E' passato Lui per primo dalla morte per vincerla definitivamente con la sua risurrezione, divenendone Signore; Signore anche della signora del mondo che è stata la morte fino ad allora.
"Credi questo?". "Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno". La risurrezione di Lazzaro è concessa per la fede di Marta e Maria. "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo". "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo" (Gv 17,3). Così un giorno Gesù sintetizza tutta la sua opera: "Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole... In verità, in verità vi dico: viene l‘ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno" (Gv 5,21.25). Per questo quel giorno a Betania Gesù gridò: "Lazzaro, vieni fuori!".
2) CON LUI CI HA RISUSCITATI
Se è la fede in Cristo ciò che riscatta dalla morte, questa è disponibile anche a noi oggi. Gesù è risuscitato per essere "primizia di coloro che sono morti" (1Cor 15,20), il primogenito di quelli che risorgono dai morti" (Col 1,18), non il caso unico. Per la solidarietà creaturale che ha con noi, quel suo atto in un certo modo ci ha coinvolti: "Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù" (Ef 2,4-6). Nel testo greco, san Paolo ha dovuto inventare delle parole nuove: convivificati, conrisuscitati, fatti consedere alla destra di Dio! Se abbiamo fede in quel suo gesto di riscatto, anche noi risorgeremo: "Per grazia infatti siete salvati mediante la fede" (Ef 2,8).
Questo legame di fede, iniziato col Battesimo, dal Battesimo produce i suoi frutti: "Per mezzo del battesimo siamo sepolti insieme con Lui nella morte, affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione" (Rm 6,4-5). Per rendere fruttuoso il nostro battesimo bisogna vivere la vita nuova del cristiano, che è docilità allo Spirito. Fino al giorno in cui questa signoria della Spirito toccherà anche il corpo:"Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Rm 8,11).
Il Credo storico degli Ebrei - richiamato oggi dalla Lettura - rievoca il grande gesto della liberazione dall‘Egitto. Permanente è l‘agire di Dio: conferma in noi il convincimento che Dio non trascura mai il suo popolo. L‘opera di Gesù ne segna il vertice e l‘attuazione più piena. La prossima Pasqua è per noi speranza sicura che Dio porterà al suo compimento quell‘opera di liberazione che è stata iniziata per noi il giorno del battesimo. Cristo risorto e vivo oggi addirittura si comunica a noi tramite il suo Corpo glorificato che mangiamo nell‘Eucaristia.
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Di fronte al dramma della morte ci viene spontaneo dire come le sorelle di Lazzaro: "Se tu fossi stato qui, non sarebbe morto". Lasciamo fare a Cristo, sa lui perché e come! "Io sono la risurrezione e la vita". Le premesse le ha poste tutte. Tocca noi ora approfittarne. Con la fede e coll‘appropriarci il suo gesto di liberazione incanalato a noi nel Mistero Cristiano che celebriamo ancora in questa prossima solennità della Pasqua.