TESTO Commento su Giovanni 8,1-11
Omelie.org - autori vari Home Page
Omelie.org - autori vari è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!
V Domenica di Quaresima (Anno C) (21/03/2010)
Vangelo: Gv 8,1-11
1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
COMMENTO ALLE LETTURE
a cura di Marco Simeone
Dio di bontà, che rinnovi in Cristo tutte le cose, davanti a te sta la nostra miseria: tu che ci hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare, ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa e fa' che rifiorisca nel nostro cuore il canto della gratitudine e della gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Dal libro di profeta Isaia.
Così dice il Signore che offrì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi insieme; essi giacciono morti: mai più si rialzeranno; si spensero come un lucignolo, sono estinti.
Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi.
Fratelli, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?» .
Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più» .
5° settimana di Quaresima e siamo vicini alla Pasqua, ma anche Gesù è vicino alla sua Pasqua, sta a Gerusalemme, insegna nel tempio e già stiamo in "zona lancio"; forse questo dà una lettura diversa al brano, forse l'insegnamento di Gesù diventa più prezioso...
Gesù sta a Gerusalemme eppure va a dormire sul monte degli ulivi, quasi che questo brano, con questa cornice, ci dicesse quanto Lui tiene a noi, con un amore viscerale: su quel monte piange guardando Gerusalemme, suda sangue prima della sua passione, è un posto molto particolare dove si vedono i sentimenti di Gesù. Da lì parte di mattina per andare ad insegnare, e quella mattina ci sarà un insegnamento molto particolare.
La scena la sappiamo: turba indignata e inferocita contro il debole di turno, in questo caso autorizzati dalla Legge a poter dare libero sfogo alla propria aggressività, questa donna si può lapidare e addirittura sentire di aver fatto qualcosa di giusto; ma a capo del drappello ci sono gli anziani che hanno un altro che vogliono giudicare, quel Gesù che sta insegnando nel loro tempio, un abusivo che deve essere messo in riga. In effetti la trappola è ben congeniata: o è a favore della lapidazione (allora sarebbe incoerente con la propria predicazione di misericordia) o è contro (allora si mette contro la Legge e quindi è eretico); ma anche se la donna può essere uccisa è un sobillatore (perché negava il diritto che si erano arrogati i romani di essere gli unici che potevano amministrare la pena di morte) oppure se non è possibile allora è un collaborazionista .... Non c'è che dire! Non si scappa! È l'immagine della sapienza umana usata contro l'uomo e contro Dio, è il mondo di chi si crede forte che vuole gettare fuori lo scandalo di Dio: "questo Messia che sembra così buono non so cosa farmene, e poi mi ricorda che io non sono buono, quindi non posso tollerarlo!" Qui sta l'insegnamento di Gesù: quella mattina mostrerà il volto di Dio e quello dell'uomo. Davanti all'uomo gonfio del proprio orgoglio la risposta è quel dito che scrive per terra (forse e ripeto forse ricordo del dito di Dio che scrive la Legge ma purtroppo non nei cuori ma sulla pietra): tu hai un cuore di pietra e qualsiasi cosa hai davanti non riesci a capirla perché non sai più amare e tutto ciò che c'è di bello e di vivo ti dà fastidio. Proviamo a pensare al nostro mondo: la cultura del tanto-peggio-tanto-meglio, quando si nega l'evidenza delle cose sbagliate nascondendosi davanti a paraventi puerili (lo fanno tutti, è una scelta mia, faccio solo ciò che sento giusto, etc.) è lo stesso mondo che prova a gettare fuori Gesù, perché quando uno è morto dentro gli è di estremo fastidio la vicinanza di qualcuno di puro e di vivo. Oltre al silenzio e questo misericordioso scrivere per terra, Gesù fa verità: l'uomo deve guardarsi dentro: "chi di voi è senza peccato..." si perché per definire la sentenza basta trovare i colpevoli, ma per comminare la pena la cosa cambia, perché quello che è il primo, che tutti poi imiteranno, deve essere migliore della persona che viene condannata ... ironica questa verità. Gesù costringe quegli uomini a guardarsi dentro, a riconoscersi peccatori se non come quella donna, almeno come non così distanti da poterla giudicare. Sono proprio i più anziani, i più saggi, quelli che amministrano la giustizia a doversi riconoscere peccatori, e se ne vanno: oggi non muore nessuno, forse perché abbiamo realizzato che di morti intorno ce ne sono già troppi, anche se camminano e parlano.
Al contrario con l'umanità che è davanti alla propria colpa, che sta nella verità (forse anche perché non può più scappare) l'atteggiamento è l'accoglienza e la difesa, il ridare vita e aprire i sepolcri nei quali ci si era andati a nascondere. "Io non ti condanno... vai e d'ora in poi non peccare più" solo Dio è capace di darti vita, una vita che è nuova perché prima non c'era, una vita nuova perché dall'incontro con Gesù forse ha trovato un amore diverso da ogni altro, "chi beve la mia acqua non avrà più sete" non deve più andare a comprare o vendere amore, lo ha scoperto come dono.
L'insegnamento che il Signore dà nel suo tempio è che Dio è padre di misericordia che si china sui suoi figli feriti dal peccato, tutti i figli, chi si crede giusto e massacra gli altri per sentirsi a posto e quelli che l'hanno fatta grossa: a tutti e due dice "io non ti condanno ... và e da ora in poi non peccare più!" se la Pasqua la leggessimo così forse sarebbe più facile vivere questi giorni di quaresima (tempo per avvicinarci a Lui ed ascoltare le sue parole) e capire che dalla mattina di Pasqua a noi viene donata una vita nuova.
Un breve sguardo alle due altre letture:
la prima è l'annuncio dell'opera di Dio che è capace di guidar il suo popolo dalla schiavitù alla vita, dal deserto ad un luogo di vita, a costo di far scorrere fiumi interi nel deserto. Chi si rende conto di questa provvidenza benefica loda Dio, Isaia dice addirittura gli struzzi e gli sciacalli, e noi magari facciamo fatica ...dipende certamente dalla profondità dell'incontro con Cristo (vedi la seconda lettura) se io galleggio sempre, ma non vado in profondità, come direbbe Pirandello che gioco a non prendermi troppo sul serio, è ovvio che non sarò in grado di dire bravo a Dio, di essergli riconoscente, di capire quanto amore nutre nei miei confronti: al massimo mi sembrerà scontato. Ci capitasse di fare questo incontro...e se serve una botta in testa dalla vita, se mi fa incontrare per davvero Gesù, allora ben venga: "E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti". Amen.