TESTO Commento su Is 49,18-19
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V Domenica di Quaresima (Anno C) (21/03/2010)
Brano biblico: Is 49,18-19
1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Dalla Parola del giorno
"Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa".
Come vivere questa Parola?
Sta per terminare il cammino quaresimale e si fa sempre più prossima, splendida di novità salvifica, la celebrazione del mistero centrale della nostra fede: la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Salvatore.
La parola di Isaia è come un indicatore stradale su cui si concentra il sole.
Qual è la strada indicata? Quella di abbandonare decisamente il ricordo delle cose passate: quelle cose maledettamente grevi e distruttive che furono, troppo spesso per noi, la voglia di possedere cose, persone, ricchezze, comodità, bella figura. Tutta una modalità idolatrica di vivere: una strada sbagliata su cui, spesso, ci siamo attardati, bruciando incenso al nostro "ego".
Che gioia imbatterci in questo annuncio della Parola profetica. Sì, Dio, Trino e Uno, è l'eterna novità dell'Amore che, con l'incarnazione del Verbo, ha assunto fino in radice la nostra condizione umana. L'ha rinnovata dal di dentro, per farne una sempre nuova occasione di investire i giorni, la vita nella forza creatrice dell'amore.
Nella mia pausa contemplativa, mi soffermo a lasciarmi afferrare il cuore da questo punto fascino della più grande e più vera novità dell'esistenza.
Signore, io so, per grazia tua, di esistere dentro questo mistero di novità. Dammi la grazia di buttar via il vecchiume di quello che nel mio passato è stato affaticamento e perdita di tempo a cercare altro. Essere cristiani è lasciarsi folgorare dalla novità del tuo amore e vivere e irradiare questa consapevolezza che ti rinnova sempre.
La voce dei Padri della Chiesa
Dio, che in passato ci mostrò l'impotenza della nostra natura per raggiungere la vita, e nel presente ci mostra il Salvatore che è in grado di salvare tutti, vuole che noi -per queste due prove- ci fidiamo della sua bontà, e lo riteniamo nostro sostentatore, padre, maestro, consigliere, medico; nostra luce, nostra mente, nostro onore e gloria, nostra forza, nostra vita, sicurezza per il cibo e il vestito.
Dal "Discorso a Diogneto"