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TESTO Commento su 1Pt 5,2-3

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Cattedra di S. Pietro Apostolo (22/02/2010)

Brano biblico: 1 Pt 5,1-4 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 16,13-19

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Dalla Parola del giorno

"Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge"

Come vivere questa Parola?

L'esortazione di Pietro è rivolta primariamente a quanti, nell'ambito ecclesiale, esercitano un ministero specifico, come i presbiteri. Non per questo gli altri possono accantonarla superficialmente, quasi non avessero alcun compito da assolvere nei riguardi dei fratelli.

Nella grande famiglia di Dio nessuno può dire come Caino: "Sono forse il custode di mio fratello?". Siano responsabili gli uni degli altri, sia pure con modalità diverse. C'è allora da chiedersi: quale porzione del gregge mi è stata affidata? Saranno i figli, gli allievi, i dipendenti, ma anche il partner, i compagni, i confratelli o chi, bisogno di luce di conforto di aiuto, si incontra, sia pure occasionalmente, nel proprio cammino.

Una missione da assumere nel segno della gioia, da assolvere "volentieri", senza altri scopi che non siano la gloria di Dio e il bene dei fratelli. Alla pesantezza del controllo verrà allora spontaneo sostituire una sorveglianza premurosa, tesa a prevenire quanto può nuocere al gregge; al giudizio tagliante la comprensione che infonde coraggio e rilancia nella via del bene; all'imposizione autoritaria l'indicazione di una meta da perseguire insieme; alla risposta saccente la parola venata di umiltà di chi si conosce servo di una verità mai pienamente posseduta.

È l'atteggiamento gioioso e riconoscente di chi nutre la consapevolezza di essere insieme membro e pastore di un gregge che appartiene a Dio.

La voce di un Padre della Chiesa

Un servo non può essere maggiore del suo Signore, e nessuno può arrogarsi ciò che il Padre ha dato solo al Figlio, tanto da credere di poter dare mano alla pala nell'aia per gettare al vento e mondare il grano, oppure di poter separare, con giudizio umano, tutta la zizzania dal frumento. È questa una presunzione superba, è una ostinazione sacrilega, che si arroga una frenesia abbietta.
Cipriano di Cartagine

 

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