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TESTO Commento su Luca 2,36-37

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Presentazione del Signore (02/02/2010)

Vangelo: Lc 2,36-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

Forma breve (Lc 2,22-32):

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

Dalla Parola del giorno

"C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere".

Come vivere questa Parola?

Sono trascorsi quaranta giorni dalla festa del Natale; da quando, cioè, abbiamo contemplato nella grotta di Betlemme la nascita del Bambino che ci è stato dato per la salvezza di noi tutti, suo popolo, dai nostri peccati.

Ed ecco che quel Bambino viene introdotto nella casa di Dio, a Lui presentato, offerto e consacrato. Ed è in questo giorno che Egli ufficialmente inizia a occuparsi delle "cose del Padre suo" e Padre nostro, occupazione che via via diventerà nella sua vita sempre più totalizzante, tanto da fargli in seguito confessare: "Mio cibo è fare la volontà del Padre mio".

Ora il vangelo ci presenta due vegliardi santi: Simeone e Anna. Essi sono davvero i precursori di ogni discepolo: i primi, dopo Maria e Giuseppe, a riconoscere Gesù, ancora bambino, come Signore e gloria del popolo di Israele; i primi a lodarlo e a darne testimonianza. Ma come avviene questo riconoscimento? Esso avviene soprattutto grazie alla perseveranza di entrambi nell'attesa della salvezza. Di Anna, in particolare, si dice che non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio giorno e notte. Questa ininterrotta vigilanza interiore, questa dedizione senza termine di continuità, questo servizio oblativo a Dio pieno di fede e di donazione, è tutto questo che la rende capace di profetare davvero (parlare al posto di Dio) su Gesù, anticipando, a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme, l'identità salvifica di quel Bambino.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, nutrirò di attesa confidente la mia preghiera, chiederò a Dio di poter essere, come la profetessa Anna, costantemente al suo cospetto, presente a Lui in ogni cosa, perché Gesù possa presentarsi a me e venire da me accolto come salvezza della mia vita.

Eccomi, Signore Gesù, parla perché il tuo servo ti ascolta.

La voce di un Padre del deserto

L'anima tutta, deve impegnarsi con tutte le sue forze, radunare tutti i suoi pensieri e consacrarsi all'attesa del Cristo. Dobbiamo attendere con cuore sobrio e vigilante e che Dio venga e visiti l'anima.
Macario il Grande

 

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