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TESTO Commento su 2Sam 7,18

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Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (28/01/2010)

Brano biblico: 2sam 7,18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

"Il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui?"

Come vivere questa Parola?

Il profeta Natan ha riferito a Davide la promessa di Dio di garantire stabilità al suo regno, ben oltre la sua esistenza terrena. In filigrana, l'immagine del Messia, il Re a cui appartiene la regalità di diritto, secondo le parole di Giacobbe morente (cf Gn 49,10).

Davide non si lascia prendere dall'euforia, né monta in superbia. Il suo primo pensiero è andare a prostrarsi dinanzi al Signore, da cui si scopre totalmente beneficato.

In quel "chi sono io e che cos'è la mia casa", è uno sguardo retrospettivo che raggiunge la sua famiglia di origine e risale via via lungo gli anni, cogliendovi l'intervento divino. Uno sguardo colmo di riconoscente stupore, rafforzato dal consapevole e umile riconoscimento di un dato esistenziale in cui non sussiste alcuna possibilità di merito. Non è lui l'oscuro pastore di Betlemme, che non contava nulla agli occhi degli stessi familiari? Eppure ora siede su un trono regale, temuto dai nemici di Israele, esaltato dal suo popolo.

Il futuro che gli si schiude dinanzi è il sovrabbondare di un amore di cui ha già sperimentato la pienezza e che lo fa esplodere in un rendimento di grazie.

In questa capacità di non perdere il contatto con la propria realtà esistenziale segnata dal limite, e di rileggere il vissuto alla luce della fede è la radice della sua grandezza.

Anch'io, Signore, quest'oggi voglio ritornare col pensiero al tratto di strada che ho già percorso, perché la lode che fiorisce sul mio labbro sia alimentata dall'umile e gioioso riconoscimento del tuo amore che sempre mi previene e mi accompagna.

La voce di un grande testimone

Dio non deve essere riconosciuto solamente ai limiti delle nostre possibilità, ma al centro della vita; Dio vuole essere riconosciuto nella vita, e non solamente nel morire; nella salute e nella forza, e non solamente nella sofferenza; nell'agire, e non solamente nel peccato. La ragione di tutto questo sta nella rivelazione di Dio in Gesù Cristo - Egli è il centro della vita, e non è affatto " venuto apposta " per rispondere a questioni irrisolte
Dietrich Bonhoeffer

 

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