TESTO Commento su Luca 10,1
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Martedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (26/01/2010)
Vangelo: Lc 10,1
Dalla Parola del giorno
"Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi".
Come vivere questa Parola?
L'episodio che la liturgia odierna ci propone segue quello dell'invio dei dodici. Due episodi analoghi la cui differenza, tutt'altro che marginale, è data dai numeri.
Dodici, quante le tribù di Israele, sono gli apostoli, a cui è affidata la prima missione. Settantadue sono i membri della seconda spedizione, cioè tanti quante le nazioni della terra, secondo il computo di allora.
Israele non è ripudiato: è il primo ad essere raggiunto dal messaggio portato da Cristo. Ma lo sguardo è spinto, subito dopo, a spaziare oltre gli angusti confini di un popolo. Viene in mente la parabola degli invitati alle nozze raccolti da tutti i crocicchi, oppure le parole stesse del Maestro: "Ho altre pecore, che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore"(Gv 10,16).
Ogni steccato che crei caste, ghetti, è bandito dal cuore di Dio. Per lui non ci sono figli e figliastri, ma tutti sono avvolti dal suo sguardo di amore. Anzi, i "lontani" sono quelli verso cui vanno le sue maggiori attenzioni, perché maggiormente esposti al rischio di smarrirsi. Anche per loro è preparato un posto nel tepore della casa paterna. Ma è necessario che vengano raggiunti dai messaggeri inviati loro dal Padre. È necessario che io, tu, tutti coloro che si riconoscono cristiani, affrontino le strade polverose della storia, tenendo alta la luce che ci è stata affidata il giorno del battesimo. "Voi siete la luce del mondo" continua a ricordarci Gesù. E una luce non la si può tenere nascosta sotto il letto: il suo compito è di illuminare.
Donami, Signore, di essere luce là dove vivo, perché nessuno accanto a me continui a dibattersi nelle tenebre che tu stesso sei venuto a diradare.
La voce di un filosofo cinese
Le stelle sono buchi nel cielo da cui filtra la luce dell'infinito.
Confucio