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TESTO Quanti pani avete? Sette, e pochi pesciolini

don Romeo Maggioni   Home Page

3a domenica dopo Epifania (anno C) (24/01/2010)

Vangelo: Mt 15,32-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 15,32-38

32Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». 33E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». 34Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». 35Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. 37Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. 38Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Altra "epifania" vistosa della divinità di Gesù e della premura di Dio per il suo popolo: la moltiplicazione dei pani. A Cana mancava il vino, qui il cibo in pieno deserto. Gesù "sente compassione per la folla" e col poco offerto dai discepoli sfama "quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini".

La compassione e la premura di Gesù deve prolungarsi oggi nella sua Chiesa, nella generosità vissuta con gioia e nella fiducia che come suoi strumenti diventiamo capaci anche noi dei miracoli della Provvidenza.

1) SENTO COMPASSIONE PER LA FOLLA

La manna era stata il segno della provvidenza di Dio per il suo popolo nel deserto. Quando aveva sete, aveva fatto sgorgare acqua dalla roccia; quando aveva chiesto carne, piovvero le quaglie. Per Israele in cerca di una terra, Dio aveva preparato un paese dove "scorrono latte e miele". I pionieri mandati da Mosè tornano dalla valle di Escol "con un grappolo d'uva che portavano in due con una stanga, e.. melagrane e fichi" (Lett.). Dio non lascia mai mancare le risorse necessarie alla vita dell'uomo. Bisogna riconoscere che tutto in noi e per noi è dono di Dio. Oggi il prefazio ci fa ringraziare così: "E' giusto benedirti in ogni tempo perché da te viene ogni alito di vita, da te ci è data ogni capacità di agire, da te dipende tutta la nostra esistenza. Nessun momento mai trascorre senza i doni del tuo amore". La messa è il luogo ogni settimana dove venire a dire il grazie dei doni ricevuti da Dio in questa settimana.

Se le risorse del creato sono tante, vanno però ben gestite: Dio le ha consegnate alla nostra responsabilità. Gesù ha coinvolto i suoi discepoli perché condividessero con tutti il poco che avevano: "Quanti pani avete?". La destinazione universale dei beni, la salvaguardia del creato anche in vsita delle generazioni future, una globalizzazione che tenga d'occhio una economia anche sociale, uno sviluppo attento anche dei paesi in via di sviluppo.., sono i temi della Dottrina Sociale della Chiesa che finalmente si dibattono, dopo la scottatura della crisi economica che ha in qualche modo resi più umili e veri i responsabili e gli operatori del bene comune. Naturalmente tocca poi ad ognuno una conversione a uno stile di vita all'insegna della solidarietà e ella sobrietà.

Ecco la sobrietà. A uno, i beni, non gli bastano mai. E' facile dire davanti ai grandi problemi o al povero che bussa alla porta: "Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande? Non abbiamo che sette pani, e pochi pesciolini". E' vero, di fronte all'invasione degli immigrati ci si sente impotenti: sfamato uno ne vengono cento. Cosa posso fare? Quei sette pani era forse la povera meranda di un bambino. L'ha consegnata tutta a Gesù e li ha moltiplicati per sfamare una moltitudine. Forse il problema non è del quanto. Il problema dell'immigrazione è complesso e van tenuti presenti tutti e due gli elementi: l'accoglienza e la regolamentazione. E' lo stile, che si richiede: il coraggio di incominciare a fare quel che si può, tutto quello che si può, nel nome e nella forza che ci viene da Dio. I Santi han fatto così. I cristiani, almeno loro, devono rischiare ad essere un po' profetici, entro una massa che si dice ancora cristiana, ma che proclama senza pudore anche in pubblico la professione di xenofobia.

2) DIO AMA CHI DONA CON GIOIA

Da qui oggi la parola di Paolo: "Dio ama chi dona con gioia". E l'invito: "Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore". E porta le motivazioni del nostro essere generosi. Anzitutto la provvidenza abbondante di Dio: "Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia". Si diceva una volta: ad ogni bambin Dio dà el so cavagnin. Inoltre ogni beneficato "farà salire a Dio l'inno di ringraziamento, perché l'adempimento di questo servizio deve anche suscitare molti ringraziamenti a Dio". Bella è la benedizione data agli sposi nel giorno delle nozze: "Sappiate riconoscere Dio nei poveri e nei sofferenti perché essi vi accolgano un giorno nella casa del Padre". E infine - forse - anche la riconoscenza o comunque la stima: "Pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi".

Luca nel rievocare questa moltiplicazione dei pani fa allusione anche all'Eucaristia, quasi ne stesse parlando davanti all'assemblea festiva: "Dopo aver ordinato alla folla di sedersi.., prese i sette pani.., rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla". Gesù ha moltiplica "il pane vivo disceso dal cielo" (Gv 6,41), cioè "il suo corpo dato per voi" (Lc 22,19), con il comando agli apostoli: "Fate questo in memoria di me" (1Cor 11,24). Nel racconto di Luca, Gesù dice ai Dodici: "Voi stessi date loro da mangiare" (Lc 9,13). Proprio perché "l'uomo non vivrà di solo pane" (Mt 4,4), Gesù ha affidato alla Chiesa la missione di prolungare la sua parola e i suoi gesti di salvezza: "Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli.." (Mt 28,19).

Ed è popriamente in questo compito di essere ministri di Cristo che nasce l'obiezione: "Come possiamo noi trovare tanti pani da sfamare una folla così grande?". Chi può sentirsi all'altezza del compito missionario e pastorale in un mondo sempre più difficile? Paolo lo sentiva acuto questo problema; e si sentì rispondere: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza" (2Cor 12,9). E' Dio che fa', e là dove l'opera dell'uomo sembra inadeguata, brilla di più "la potenza di Cristo" (2Cor 12,9). Purché il poco dell'uomo sia messo tutto a disposizione di Dio. Lo afferma la Madonna che ha messo "la sua pochezza" nelle mani di Dio, e allora "l'Onnipotente ha fatto per me grandi cose" (Lv 1,49).

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"Sento compassione..". Il cuore umano di Gesù traduce l'ezed, la premura e la misericordia di Dio per il suo popolo, quell'amore viscerale (rakamim) proprio del cuore di una madre nei confronti del figlio. Gesù sentì compassione a Naim, come il Buon Samaritano la sentì per il malcapitato lungo i calanchi del deserto. Forse è anzitutto questa la parte che Dio chiede al cuore del credente che voglia divenire strumento della carità e della salvezza di Dio per tutti gli uomini. Il resto lo fa Lui. Per questo Gesù ha detto: "Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6,36).

 

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