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TESTO Il battesimo, rinascere a vita nuova

mons. Antonio Riboldi

Battesimo del Signore (Anno C) (10/01/2010)

Vangelo: Lc 3,15-16.21-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,15-16.21-22

In quel tempo, 15poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Credo di non dire nulla di nuovo, che non si sappia, affermando che con il Battesimo noi 'nasciamo una seconda voltà. La prima quando mamma ci ha partoriti; la seconda quando siamo stati rigenerati nel Battesimo, ammessi alla vita divina. Ed è cambiato tutto.

Ricordiamo brevemente la nostra storia. Quando Dio, alla fine della creazione dell'universo, volle che nello stupendo creato, ma senza cuore né voce, ci fosse chi Gli dicesse 'ti amo', pensò alla creazione dell'uomo e della donna.

Erano creature cui nulla mancava, 'similì a Dio e quindi amati e capaci di amare, che è il dono offerto solo a chi può con la volontà e la libertà rispondere 'ti amo'.

Ma c'era di mezzo proprio la libertà, esigenza dell'amore sempre, anche oggi.

L'amore non è un fatto automatico, è un dono che si può accogliere o rifiutare.

E sappiamo tutti come i nostri progenitori, tentati da satana, che proponeva un'uguaglianza come Dio, ma contro Dio, rifiutarono l'amore del Padre, per affermare il proprio io.

E così, cacciati dalla nostra casa, che Dio ci aveva preparato, l'Eden, divennero orfani.

Il rifiuto del Padre, non solo ci fa conoscere l'amaro della solitudine, ma ci mette in balia di noi stessi e di satana, il che non può produrre che disordine e male, così devastanti come la tragica storia dell'umanità rivela.

Cosa sarebbe mai stata la nostra vita eterna senza la speranza di un ritorno alla Casa del Padre? Sarebbe stata una storia di 'orfani di Cielo', se... l'amore pietoso del Padre non fosse stato 'vinto' dalla nostalgia per i figli, al punto da mandare il Figlio Prediletto, Gesù, fatto uomo che sulla croce ci ha riaperto le porte del Cielo, ridonandoci una nuova vita.

Per la Croce di Cristo ci è stata ridonata la possibilità di essere ancora figli del Padre.

Quanto è stato fedele e totale il Suo Amore! Quanto è costato il sacrificio per riparare i nostri errori! Ma ora tutti possiamo, se vogliamo, 'tornare a Casa'.

Il momento in cui questa possibilità si fa certezza è quando si riceve il Battesimo: il grande evento della nuova vita, che apre le porte, se vogliamo, al Paradiso, ad una vita da santi.

Ma occorre ridare al Battesimo quella solennità e consapevolezza, che poi si proietta nella vita. Non più 'uomini senza Cielo', ma 'uomini del Cielo, figli di Dio': è la vita da cristiani.

Il santo Battesimo non può quindi essere un fatto di consuetudine, un motivo 'per far festà, ma senza seguito. Dovrebbe essere l'inizio di una vita nuova.

Ricordo il racconto di mamma sul mio Battesimo. Per lei e papà era grande certamente il dono che Dio aveva fatto nel concedere loro i figli. Ma sapevano bene che un figlio è 'come incompleto', se non diviene quello che per loro era 'la bellezza di una vita in Cristo'.

Nato il 16 gennaio, nonostante il freddo, vollero fossi battezzato il giorno dopo. E, senza alcuna cornice di esteriorità, nonostante il tempo inclemente, papà con il padrino mi portò al fonte battesimale. Era la festa di S. Antonio abate e mi dettero il suo nome.

Per i miei diventare figlio di Dio era la 'vera nascità, che dava 'senso alla mia vità e quel giorno divenne sempre il riferimento del come impostare poi la mia vita 'da battezzato'.

Tutta l'educazione era impostata sul Battesimo, sul 'diventare un vero cristiano'.

Il Battesimo era l'inizio vero della mia vita, come fu per Gesù per l'inizio della sua missione.

Non che Lui avesse bisogno del Battesimo di penitenza, ma voleva essere uomo in tutto e, quindi, andò da Giovanni il Battista per essere battezzato.
Racconta l'evangelista Luca:

"In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: lo vi battezzo con acqua, ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il laccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: 'Tu sei il mio Figlio prediletto, in Te mi sono compiaciuto'." (Lc 3, 15-22).

E' come a 'completare' la presentazione su Gesù, espressa dalla voce del Padre, così profetizzava Isaia: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto nel quale mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà finché non si sarà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia, e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre" (Is. 42, 1-7). Un vero inno a Gesù, che nel Battesimo dà inizio alla sua missione, avuta dal Padre, per salvarci.

E noi, nel giorno del Battesimo, come presi per mano dai nostri genitori, abbiamo iniziato il nostro cammino di fede. Ma è ancora così?

Vorrei ricordare quanto il sacerdote chiede ai genitori e padrini, prima del Battesimo:

- Cosa chiedete alla Chiesa di Dio per questo bambino o bambina? - Il Battesimo e la fede.

- Siete disposti ad educarli secondo la nostra fede? cioè ad accompagnarli nel cammino della fede dal momento del Battesimo fino alla loro consapevole e libera scelta... ed oltre? Ad essere quindi maestri e testimoni?
E durante la cerimonia ancora chiede, se ricordate:
- Rinunciate a satana e alle sue opere? E, incalzando,

- Credete in Dio Padre, in Gesù..... e snocciola i principi della nostra fede, come un rosario da ricordare sempre, per concludere...
- Questa è la nostra fede.

È il grande impegno che ogni papà, mamma, padrino o madrina del battezzato si assumono per accompagnarlo nella sua crescita spirituale.

Come spiegare, allora, le tante. volte in cui i sacerdoti o i catechisti, preparando alla Prima Comunione o alla Cresima, si trovano davanti bambini o adolescenti che nulla sanno della fede, come se nel tempo della crescita, invece di educazione, ci sia stato solo un pericoloso 'vuoto', molto difficile poi da colmare? Che responsabilità!

E come far capire ai genitori e ai padrini che nel momento del Battesimo si rendono responsabili della crescita cristiana del loro figlio?

È il grande problema che ci si pone: rendere consapevoli che il Battesimo non è una festa esterna che finisce lì, ma è l'inizio di un cammino serio e sereno di una creatura, che da semplice 'essere umano' diventa figlio di Dio, e la strada della sua completa realizzazione, come persona, sarà nel crescere giorno dopo giorno in santità.

"Il Battesimo - afferma Paolo VI - comporta un preciso e deciso impegno dottrinale. Essere battezzati, cioè essere cristiani, esige la fede, sia soggettiva, risposta personale piena e gioia all'amore divino, sia oggettiva adesione alla Parola di Dio.... La vita cristiana, inaugurata col Battesimo, che ci eleva a un livello esistenziale nuovo, quello di figli adottivi di Dio, ci vuole 'santi e immacolati'. Sembra un'esigenza eccessiva, un'utopia morale, eppure è così. E se realmente noi vorremo proporci un programma di rinnovamento di vita cristiana, non potremo prescindere da questa imperativa esigenza. Bisogna davvero che essa sia vissuta in una grande riconoscenza a Dio per la santità già a noi conferita come suoi figli adottivi in una tensione indefessa di perfezione. Ce lo aveva detto il Signore: 'Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli".

Alla luce di tanta grazia, che è il Battesimo che abbiamo ricevuto, viene da chiedersi come effettivamente lo viviamo giorno per giorno: come figli adottivi del Padre? O come dimentichi di chi siamo?e qual è lo stile della nostra vita quotidiana?

Accettiamo l'esortazione del caro nostro amico in cielo, don Tonino Bello:
"Fratelli, mettiamoci davvero alla scuola di Gesù Cristo.

Tutto il resto è inutile. Tutto il resto è retorica. Tutto il resto è commedia.

È sceneggiatura se noi veramente non prendiamo questa decisione radicale di seguire Gesù Cristo, pastore che dà conforto alle nostre anime e dà senso ed orientamento alla nostra storia.
Cambia la faccia delle cose, lo schema delle cose.
Fermo nell'amore resta soltanto il Signore.

E noi questo cammino lo vogliamo fare insieme con Gesù Cristo". Innalziamo la nostra preghiera:

Signore Gesù, ti ringraziamo perché sei venuto in mezzo a noi,
perché sei vicino a ogni uomo,
perché il tuo amore non viene mai meno.
Nel Battesimo ci hai rigenerati,
siamo diventati tuoi fratelli, membri della stessa famiglia.
Alimenta la nostra speranza,
perché diventiamo costruttori di un mondo nuovo,

e viviamo nell'attesa che si compia la pienezza del tuo Regno.

 

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