TESTO Le profezie adempiute
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3a domenica Tempo di Avvento (anno C) (29/11/2009)
Vangelo: Lc 7,18-28
18Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni 19li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 20Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». 21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. 23E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
24Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 25Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. 26Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 27Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.
28Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui».
"Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?", è la perplessità del Battista e forse la nostra stessa domanda: Questo Gesù, questa Chiesa, questo Vangelo è davvero ciò che Dio ha progettato per la salvezza del mondo, o... ci vuol ben altro?! Promesse di giustizia e pace, progetti di riforme, e .. forse anche tanti sforzi e tante generosità riempiono la storia di duemila anni di Cristianesimo; ma con quali risultati? Siamo qui ancora per questo Natale a invocare: "Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere la giustizia" (Rorate coeli desuper..) (Lett.).
Ai dubbi di Giovanni Battista, Gesù risponde: Guarda i fatti; piccoli, discreti, ma che cambiano la vita. Dicono che il Messia promesso ora è qui e inizia la trasformazione del mondo. Bisogna saper leggere l'agire di Dio nella storia e il suo modo specifico di operare.
1) LE PERPLESSITA'
Giovanni si aspettava un Messia un po' giustiziere; e si trova un salvatore tutto tenero coi peccatori! Forse anche - come molti allora - un Messia che avrebbe cambiato l'assetto sociale con lo sbaragliare i Romani occupanti. L'operare di Gesù è più personalizzato: "I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia". Del resto proprio questo era stato annunciato del messia dai Profeti. Gesù stesso un giorno nella sinagoga di Nazaret, leggendo queste pagine profetiche, dichiarerà esplicitamente: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che che voi avete ascoltato" (Lc 4,21). Cioè il Messia promesso sono proprio io!
Anche le nostre perplessità nascono da un modo diverso di pensare la salvezza di Dio. Di fronte all'ingiustizia e a tanta malvagità che ribolle nel mondo, ci viene spontaneo dire: perché Dio non fa un po' di pulizia, non fa giustizia e lascia prosperare i malvagi? "Vuoi che andiamo a raccoglierla", la zizzania? (Mt 13,28). Giustizia subito! Aspettiamo il momento della mietitura, e allora farò giustizia! - dice il Signore. Il regno non fa fracasso, lavora nei cuori: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, oppure: Eccolo là. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!" (Lc 17,20-21).
Sa lui, Dio, guidare le cose a suo modo. Persino usare - riferisce la pagina di Isaia - del re pagano Ciro per dar libertà al suo popolo esiliato: "perché sappiano dall'oriente all'occidente che non c'è nulla fuori di me. Io sono il Signore, non ce n'è altri". Anche Paolo rimane sconcertato di fronte all'apostasia dei suoi "consanguinei secondo la carne", che pure hanno "l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne" (Epist.). più favoriti di così? Quale mistero il loro rifiuto del Messia! Ma sa Dio il perché, porta avanti lui un suo disegno: "A causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti" (Rm 11,11). Alcuni rami sono stati tagliati per esservi innestato fra loro l'olivo selvatico, diventando così partecipe della linfa e della radice che è santa (cf. Rm 11,16-18).
2) DIO E' FEDELE
Allora si tratta di credere che Dio è fedele alle promesse fatte e le sa realizzare - a suo modo! "Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!". Per noi la prova è ciò che ha realizzato nel suo Cristo: l'uomo che si è fidato del Padre fino all'obbedienza della croce, e proprio "per questo Dio lo esaltò e gli diede un nome che è al di sopra di ogni altro nome, e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore!" (Fil 2,9-11). Tutta la sua missione è stata la realizzazione di un disegno divino ben programmato che in Cristo è giunto al suo compimento: "Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento" (Mt 5,17). Così, rispetto al precedente, il regno istaurato da Cristo costituisce un grande salto di qualità: "Fra i nati di donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui". Con lui la vicenda umana raggiunge "la pienezza del tempo" (Gal 4,4).
Forse anche noi dobbiamo imparare a leggere meglio l'agire di Dio anche entro la storia di oggi. Troppi cristiani hanno della Chiesa l'immagine che danno loro i media (pagani!). "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito" (Gv 3,8). Diceva con ottimismo il card. Martini: "Lo Spirito Santo arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli dietro". L'azione dello Spirito non si misura con le statistiche; lavora nel sommerso delle libertà e dei cuori e produce frutti sorprendenti di bene: i Santi, tanto volontariato generoso, missionari eroici, e .. qualche uomo politico integro!
Alla fine tutta la vita della Chiesa si appoggia sulla certa promessa di un destino quasi inimmaginabile che è quello di "divenire simili a lui perché lo vedremo così come egli è" (1Gv 3,2). Dice oggi il prefazio: "A Cristo Signore la Chiesa va incontro nel suo faticoso cammino, sorretta e allietata dalla speranza, fino a che nell'ultimo giorno, compiuto il mistero del regno, entrerà con lui nel convito nuziale". Come Dio aveva promesso e ha fatto, così siamo più che certi che le promesse di Cristo avranno una loro attuazione perché ha detto: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt 24,35).
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L'Avvento prepara il Natale: il Cristo compie le Scritture e ne illumina il senso pieno. Cristo stesso ha fatto delle promesse, che saranno portate a compimento alla sua seconda venuta (come l'Avvento ha richiamato). Anche là si capirà pienamente la portata delle promesse di Cristo. "Nella speranza infatti siamo stati salvati" (Rm 8,24). Ma oltre la promessa, ci è stata data la garanzia e il pegno: "La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5).