TESTO I figli del regno
2a domenica Tempo di Avvento (anno C) (22/11/2009)
Vangelo: Mc 1,1-8
1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
2Come sta scritto nel profeta Isaia:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
3Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,
4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Gli uomini attendono sempre una notizia buona, risolutiva, piena di speranza. Ecco oggi l'annuncio: "Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio". Il Vangelo è questa buona notizia attesa, portata da quel Cristo, il Messia, promesso come definitivo Salvatore, perché è il Figlio stesso di Dio. Paolo ne era molto orgoglioso: "A me è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le imperscrutabili ricchezze di Cristo" (Epist.).
Si tratta di "un progetto eterno, .. per illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo" (Epist.). Che cosa è questo progetto e come si attua?
1) IL PROGETTO ETERNO
Il sogno eterno di Dio è quello di offrire ad ogni uomo "la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in Cristo, e per mezzo della Chiesa sia così manifestata la multiforme sapienza di Dio" (Epist.). Tutti gli uomini hanno bisogno di Dio e lo cercano in tante forme religiose, sempre sincere ma non sempre vere, con una immagine di Dio a volte ambigua e falsa. Dio allora un giorno decise di rendersi personalmente conoscibile: è la vicenda storica di Israele quale strumento di segnalazione a tutti i popoli del vero volto di Dio: "Ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo alla terra d'Egitto. Israele sarà il terzo con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra" (Lett.). Tutti gli uomini sono invitati a divenire cittadini della Casa di Dio in Gerusalemme: "Il Signore registrerà nel libro dei popoli: Là costui è nato. E danzando canteranno: Sono in te tutte le mie sorgenti" (Sal. resp.).
Ma Israele era solo preparazione, al cui vertice sta Giovanni Battista che addita a dito il Messia promesso nella persona umana di Gesù di Nazaret: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, egli prepareà la tua via". Il Battista sarà esplicito: "Io non sono il Cristo" (Gv 1,20). "Viene dopo di me colui che è più forte di me. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà il Spirito Santo". Cioè sarà lui a portare a compimento la comunicazione di Dio ad ogni uomo. "Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia" (Gv 1,17.16).
Spetta poi alla Chiesa, dopo l'effusione di Pentecoste, portare lo Spirito a tutti gli uomini: "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Agli Apostoli è comandato: "Riceverete la forza dello Spirito, e di me sarete testimoni fino ai confini della terra" (At 1,8). Non è stato facile aprire la Chiesa oltre il primitivo cerchio degli ebrei convertiti. "I fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo" (At 10,45). Pietro ha dovuto convincersene: "Chi può impedire che siano battezzati nell'acqua questi che hanno ricevuto, come noi, il dono dello Spirito Santo?" (At 10,47). "Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita" (At 11,18). Ecco che cosa è "il vangelo - cioè la bella notizia - di Gesù Cristo, Figlio di Dio".
2) LA CONVERSIONE
Certo, all'iniziativa di Dio deve corrispondere la conversione: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri". E' richiesto anche un gesto che dica l'autentico cambiamento: "Giovanni battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati". La gente attenta corre all'annuncio di una salvezza: "Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati". Ecco: un atteggiamento interiore, sancito da un gesto oggettivo esterno. Dice come la salvezza ora sia azione di Dio su un cuore che si apre a riceverla. Chiariamo che significa perdono dei peccati e conversione.
L'annuncio del Giovanni Battista si concretizza in un indice puntato su Gesù: "Ecco l'Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29). La novità è la bella notizia del perdono di Dio, la manifestazione della sua misericordia, la disponibilità di Dio a ricominciare da capo e sempre un rapporto nuovo con noi. Gesù dirà di sé: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori" (Mt 9,12-13). Ecco il punto: non è che Dio perdoni perché ci siamo convertiti; il suo perdono precede la nostra conversione e la rende salvifica. Proprio perché Dio sempre perdona, noi possiamo convertirci a Lui. Dice oggi il prefazio: "Nell'umanità del tuo Figlio hai ricreato l'uomo perché la morte non deformasse in lui la tua immagine viva. E' grazia della tua pietà che ci salva: dalla carne di Adamo il peccato ci aveva dato la morte, dalla carne di Cristo il tuo amore infinito ci ha riplasmato alla vita".
Convertirsi significa ritornare all'amore di Dio. Peccare, in ebraico, significa "fallire il bersaglio". Peccatore è chi non raggiunge il suo fine, come una freccia che manca il segno. Siccome il fine dell'uomo è amare Dio come è amato da Lui, il peccato è rottura di questa relazione con Dio, è incapacità d'amare, o rifiuto di rispondere all'amore di Dio. Conversione è orientare la vita (in greco è "metanoia", mutar testa, mutar direzione), indirizzandola su Dio e la sua promessa. E', in sostanza, ritornare a lasciarsi amare da Dio!
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Forse siamo tentati di dire: il Signore ha promesso, il Signore viene... ma che cosa cambia? No, non sono venute meno l'onnipotenza e l'efficienza di Dio; ma la loro efficacia è legata alla nostra libera risposta, che Dio non può e non vuole scavalcare. Scrive san Pietro: "Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi" (2Pt 3,9).
Fiduciosi nella sua giustizia, scadenzata al ritmo della misericordia, ci sforziamo di farci trovare sempre pronti ad ogni sua venuta. Un'altra volta il Natale rievoca la permanente disponibilità di Dio a ripercorrere le strade degli uomini - gli uomini di oggi - chiamati tutti alla salvezza che viene offerta per il tramite dei Misteri cristiani.