TESTO Commento sull'antifona al Vangelo
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Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (15/10/2009)
Vangelo: Lc 11,47-54
«47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, 50perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». 53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Dalla Parola del giorno
"Ascoltate oggi la voce di Colui che vi parla: non indurite il cuore come già fecero i vostri padri."
Come vivere questa Parola?
La giustizia di Dio (la santità) la si ottiene, dice S. Paolo, mediante la fede in Gesù Cristo. Non sono le buone pratiche religiose o le azioni filantropiche che ci salvano: tutti siamo giustificati gratuitamente per la Sua grazia, in virtù della Sua redenzione.
Gesù non ha fatto distinzioni di popoli e di nazioni, di appartenenze religiose e politiche, di buoni e di bravi. Allora non ci sono meriti? Nessuno merita più di un altro? No, nessuno. Nessuno può vantarsi davanti a Dio, afferma Paolo ai romani. Così come tutti abbiamo peccato tutti possiamo ottenere il perdono nel sangue di Cristo Gesù. Come?
ASCOLTANDO la Voce di Colui che ci parla nella Parola e nelle mani tese di tanti nostri fratelli. Cosa ci chiede questa Voce? Di bruciare nel fuoco dell'Amore la presunzione di non aver nulla da cambiare nella nostra vita e l'alterigia di vantare diritti anche su Dio, la sete di possesso e di dominio che acceca lo sguardo interiore.
Oggi, nel rientro al cuore, mi presento a Gesù con cuore umile, fuori da ogni pretesa e mania da ‘premier', Gli chiedo di immergermi nel Suo Sangue redentivo. Prego con le parole del Salmo responsoriale:
"Se consideri le colpe, Signore, Signore chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: perciò avremo il tuo timore."
La voce di un grande filosofo
Non c'è libertà laddove non c'è posto per adorare Dio. E la possibilità di adorare Dio non c'è laddove non c'è posto per la coscienza morale, che costituisce il luogo primordiale del dialogo con Dio. Proprio in questo dialogo si realizza la libertà dell'uomo. Colui che non dialoga con Dio, dialoga con il faraone, oppure con la maggioranza parlamentare, che talvolta presumono di poter decidere del bene e del male, del vero e del falso.
Stanislaw Grygiel