PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Felicità sale della vita

mons. Antonio Riboldi

mons. Antonio Riboldi è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re (21/11/1999)

Vangelo: Mt 25,31-46 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Gli uomini sono sempre affannosamente in ricerca di qualcosa o di qualcuno che dia la felicità. E basta guardarli in faccia questi nostri uomini che si arrampicano su tutto e tutti pur di carpirla questa felicità: a volte senza guardare troppo per il sottile alla morale o alle conseguenze. Fino ad arrivare, per avere questa felicità, quando non la trovano più sul mercato delle nostre offerte, alla droga.

Che la felicità sia "il sale della vita" di ogni uomo, è scontato. L'uomo esce dalle mani di Colui che è per eccellenza la gioia senza limiti di spazio e di tempo, ossia Dio. E non può che sentire in sé "la voglia di essere pienamente felice". Ma la felicità è Chi ha messo in noi questo anelito insopprimibile, ossia Dio. Cercarla altrove è pazzia. Purtroppo noi la cerchiamo ovunque, dando nome di gioia a qualsiasi cosa ci capiti tra le mani" fosse anche veleno. L'importante è che, sia pure per un attimo, faccia sentire il brivido di un qualcosa che assomiglia alla gioia. Ho visto occhi brillare di gioia per un gioiello avuto in regalo: non era l'amore da cui forse proveniva, ma il possesso del gioiello.

Ho visto occhi brillare perché al centro di ammirazione per la bellezza del proprio corpo; un'ammirazione senza amore: un corpo che sfiorisce presto.

Ho visto occhi brillare per la gioia di una festa che aveva più l'aria di una spensieratezza che di

una vera festa: spensieratezze che, finite, lasciano gli stessi occhi pieni di lacrime, di fronte ad un fallimento totale di se stessi.

Quest'oggi, solennità di Cristo Re, è bello immaginare lo sfavillio degli occhi di quanti "chiamati alla destra" del Figlio dell'uomo quando verrà nella sua gloria "con tutti i suoi angeli" si sentiranno dire: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi". Questi, sconcertati e meravigliati, perché Lui così in gloria non lo avevano mai incontrato nella vita, chiederanno: "Quando mai ti abbiamo incontrato affamato, nudo, in carcere, ammalato?". Avevano volti diversi che portavano ben altri segni: segni del dolore, della emarginazione, che tante volte fanno perdere ogni contorno umano al volto dell'uomo. Ma Lui era lì, come quando visse la sua Passione, dietro quel volto sfigurato.

E a ripensarci bene, se uno di noi si è fatto vicino a chi soffre, qualunque sia questa sofferenza, con tutto l'amore, guardando negli occhi il fratello, nel momento che si sente amato, cadono da questi, anche solo per un attimo, gli sfregi della sofferenza e riappare la bellezza del "volto di Cristo".

Ho visto, credetemi, nella mia lunga vita vicino a tanta gente che soffre, ammalati, affamati, assetati, ingenui, in carcere, tante volte brillare i loro occhi, come se avessero riacciuffato una felicità che credevano persa per sempre.

Ricordo gli occhi di una mamma, con tanti figli, quasi divorata da un male tremendo che scostava chiunque avrebbe voluto avvicinarla; e ancora più divorata dalla miseria e dalla emarginazione. Ho fatto tanta fatica a sedermi tra tanta, ma tanta miseria. Non credeva possibile quella mamma che qualcuno le stesse vicino con amore. Vedendolo vero, le si riempirono gli occhi di lacrime di gioia ed il suo volto riprese, nonostante gli orrori che il male aveva creato, una luce diversa, come se sullo sfondo apparisse il volto di Cristo.

Ricordo gli occhi di una mamma che incontrai nell'atrio di una prigione in visita alla figlia detenuta, terrorista: una mamma che si sentiva disprezzata da tutti. Andammo insieme all'incontro della figlia. Non feci altro che ammirare gli occhi della figlia che divennero improvvisamente sfolgoranti nel sentirsi ancora amata dal cuore immenso della mamma e ricordo gli occhi della mamma che erano un fiume di lacrime.

E potrei raccontare una infinità di questi "incontri". La regola è sempre la stessa: un amore che si fa dono per chi non ha più amore ed è in tanti modi tagliato fuori dalla felicità. Non sono gli occhi che brillano perché in fondo si fermano a guardare se stessi. Ma sono occhi che si perdono negli altri perché questi splendano. Come se le parole di Gesù si avverassero sempre: "Ogni volta che avete fatto tutte queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me... Venite, benedetti del Padre mio".

Bisognerebbe interrogarsi, tutti, quante volte abbiamo fatto felici con l'amore "ammalati, ignudi, affamati, assetati, in carcere". Se sono tanti, se questi sono i nostri difficili, scomodi ma necessari compagni di viaggio nella vita, non abbiamo assolutamente paura di comparire davanti a Gesù. Gli abbiamo tenuto compagnia per tutta la strada. Ed essi, che sono i veri invitati alla tavola del Re, sono anche il nostro passaporto, il nostro "abito di nozze" che ci permetterà di sedere decorosamente nella sala dove è imbandito il banchetto. Dio non voglia che qualcuno di noi abbia fatto il cammino da solo. Dio non voglia che ci trovi alla sua sinistra e quindi degni soltanto dell'eterna disperazione.

 

Ricerca avanzata  (54744 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: