TESTO Commento su Marco 10,17-30
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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (11/10/2009)
Vangelo: Mc 10,17-30
17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
E’ ora di dare il giusto peso alle cose!
E’ ora di dare la priorità alle cose importanti.
Chi vive in una famiglia cristiana sa che deve chiedere a Dio il discernimento per poter fare le scelte giuste.
Se siamo in grado, con l’aiuto di Dio, di individuare questa combinazione per il nostro cammino, avremo gratuitamente quelle cose non richieste esplicitamente.
La Chiesa, infatti, ci indica con la liturgia di questa domenica di fare le scelte indirizzate alla vera libertà per noi e per la nostra famiglia. Ed essere nel giusto significa essere “uomo autentico” nella propria storia qualunque essa sia. Chi cerca la felicità o la propria realizzazione nelle false “sicurezze” è ingannato, e non è libero. Così come può dire di essere libero chi drogato non riesce a liberarsi dal vizio, così come pure chi crede che la sua vera felicità sta solo nella ricchezza a tutti i costi?
La prima lettura ci invita a meditare e pensare quali siano i cardini fondamentali della nostra vita e cosa chiedere (prudenza, spirito di sapienza) non facendoci illudere da ricchezza, potere, salute, bellezza.
Dio capisce che, spesso, questi punti fondamentali della nostra vita non sono sempre oggetto delle nostre scelte e che a volte perdiamo di vista le mete fondamentali ed allora.... Ecco che Dio ci viene in aiuto inserendoci in una famiglia che, se cristiana, riesce ad equilibrare la tendenza centrifuga rispetto ai punti fondamentali. Se, poi, questo non bastasse Dio riserva alle famiglie cristiane qualcosa in più: quello di inserirsi in una parrocchia (famiglia di famiglia) affinché le scelte siano quelle giuste per noi. Dio non ci abbandona e ci regala sempre opportunità positive.
Nella seconda lettura la Chiesa, che conosce le difficoltà che si incontrano quotidianamente, ci fornisce la cura per poter avere la certezza di essere nella scelta giusta. Questa è sintetizzata nella prima parola del brano di San Paolo agli Ebrei e che cioè bisogna allenarsi ad ascoltare la parola di Dio che è “viva” e se noi e la nostra famiglia ci nutriamo di una cosa viva “vivremo”. Non a caso la celebrazione eucaristica utilizza la Parola di Dio per istruirci prima del sacramento, non a caso è consigliato a tutti i gruppi cristiani, che si riuniscono, di leggere prima un brano tratto dalle sacre scritture e poi di confrontarlo con l’esperienza di vita. Così le famiglie “cellula ecclesiale” dovrebbe allenarsi a vedere Dio, la sua presenza, la sua bellezza e potenza nella vita di tutti i giorni.
Che dire poi del brano di Marco: il giovane ha ricevuto senz’altro una “buona educazione”, ma di fronte alle scelte radicali e di revisione della propria vita alla luce della Sapienza di Dio, alla vera ricchezza, alle contraddizioni che la vita di tutti i giorni la scelta è ardua.
E pensare che dietro ad ogni buon cristiano c’è sempre una famiglia che educa, ma questa educazione a quali risultati porta? Si può sfociare in un fariseismo(con un formalismo esteriore) e può sfociare in un vero seguace di Cristo ( basato su una umanità profonda ed autentica) che libera noi e quelli che ci sono intorno e che in un certo senso ci sono affidati.
Alla fine di queste parole utili per la nostra vita chiediamoci :
- Oggi sono in grado di fare un elenco di cose che permettono a me ed alla mia famiglia di giungere alla vera felicità, così come Dio l’ha preparata per me oppure sto perdendo tempo con false ed inutili sicurezze?
- Riesco a trasmettere alla mia famiglia la gioia e la freschezza della parola di Dio tutti i giorni e mi rendo conto che questa trasmissione ha un ritorno positivo nella mia vita?
- Nella vita preparata da Dio per me come coniuge e come genitore quale educazione mi prefiggo da dare?
Commento a cura del CPM di Pisa