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TESTO E per noi chi è Cristo?

mons. Antonio Riboldi

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (22/08/1999)

Vangelo: Mt 16,13-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

E' un incontro avvenuto pochi giorni fa. Non varrebbe forse nemmeno la pena di raccontarlo, se non fosse un efficace pensiero sul Vangelo di oggi. Chi mi sta davanti per un colloquio a tu per tu è un giovane sui 25 anni che ha fatto la dura drammatica esperienza. di terrorista. Non lo sa nemmeno lui perché si è trovato tra le file del terrore. Forse la mia giovinezza irrequieta: forse la mia voglia di fare qualcosa per cambiare questa società: forse la mia stessa mancanza di fede... non lo so. Da lei ora vorrei una mano per trovare risposta ad un problema che per me è divenuto il grande problema della vita.

Voglio "essere cristiano" nel senso vero della parola. Voglio capire cosa voglia dire "essere di Cristo". Voglio conoscere Cristo che ora mi attrae e che sento vero senso della vita. Ma chi è questo Cristo che, nonostante tutti i nostri sbagli, anzi forse quando sei a terra per i tuoi sbagli, ti si affaccia come per trascinarti? Chi è costui che ha questa forza incredibile sull'uomo fino a fargli capire che senza di Lui non si può vivere né felicemente, né decentemente?. Sgrana queste parole con il tono di una preghiera. Ed ogni parola è come una domanda sussurrata che si rivolge non sai a chi. Una domanda però che ha bisogno di una risposta perché quella risposta e solo quella risposta ora è la vita di quel giovane. Fa persino meraviglia che questa domanda venga da un giovane sulla cui bocca e nel cui cuore ci sono stati fino a poco tempo fa ben altre parole e ben altri sentimenti. O è forse nel vuoto di quelle parole e di quei sentimenti che si è fatta strada la luce.

"Chi è Cristo? – gli ho risposto. – E' semplicemente il Figlio che il Padre, Dio, per immenso amore agli uomini ha mandato tra di noi, sacrificandolo perché dalla nostra grettezza, dai nostri errori, dal nostro mondo di morte, dalla nostra stupida e crudele violenza, dal nostro guscio fatto di superbia, morendo a tutto questo, con la sua grazia, con Lui potessimo entrare in comunione con il mondo di Dio, che è pace, gioia, amore, serenità, voglia di fare del bene. E' tutto per chi Lo accoglie, per chi Gli crede. E' nulla per chi non Gli crede. Con la differenza che chi crede a Lui, è "generato da Dio", è figlio della luce. Chi non Lo accoglie è destinato a vivere nelle tenebre. Ma è una scelta difficile per noi uomini.

Non è forse, quella del giovane, la domanda del Vangelo? Dice Matteo: Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia, o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne, né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa..... (Mt 16, 13-20).

"Voi chi dite che io sia?". E' una domanda che Gesù va ripetendo da venti secoli a miliardi di uomini. E vuole da ognuno una risposta precisa, secca, un atto di fede, di totale fiducia, meravigliosa se giusta, come una rivelazione diretta del Padre che, in Cristo creduto e accolto, è come sollevasse il velo che lo nasconde ai nostri occhi. E se uno ha la grazia - perché di grande grazia bisogna parlare – di ripetere l'affermazione di Pietro, immediatamente gli si svela tutto ciò che è in Cristo, fino a ricoprirlo di tale luce da farlo vivere come in un Cielo. Come lo è per tutti i veri credenti, che al solo sentire il nome di Gesù, si illuminano, si riempiono di gioia.

"Egli è il compagno e l'amico della nostra vita. E' colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e come noi speriamo la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità. Io non finirei mai di parlare di Lui. Io sono mandato da lui... Io devo confessare il suo nome: Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio". Così parlava quel santo Papa che era Paolo VI a Manila nel 1970.

E per noi chi è Cristo? Possiamo dare una risposta sbagliata su tutto, ma qui non ci è lecito sbagliare perché qui veramente giochiamo tutto ciò che siamo.

 

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