TESTO La fede è questione di cuore
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XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (13/09/2009)
Vangelo: Mc 8,27-35
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27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
Il Vangelo di Marco, dei quattro è quello più breve e per questo quello più sintetico e conciso. E' il vangelo più adatto per quelle persone che vogliono conoscere Gesù ed avere un quadro completo del Suo messaggio e della Sua vita, senza perdersi in tanti particolari e notizie. Insomma potremmo dire che questo Vangelo è quello più adatto per chi vuole iniziare un cammino di fede partendo da zero, per un itinerario catecumenale. Marco, nel raccontare la vicenda di Gesù punta sull'essenziale e ci dà lo stretto necessario per avere Sue notizie.
Tante persone seguivano Gesù nel Suo ministero di predicazione e guarigione, restavano stupiti del Suo insegnamento e meravigliati per guarigioni e miracoli che accompagnavano la Sua presenza. Il brano del Vangelo di questa domenica ci fa intuire la volontà di Gesù di voler fare ad un certo punto del Suo ministero come un sondaggio e chiede ai Suoi discepoli "la gente, chi dice che io sia?". I discepoli risposero "Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti".
Gesù sembra non accontentarsi di queste risposte e approfondisce ancora la domanda iniziale chiedendo ancora "Ma voi, chi dite che io sia?".
Su tutti risponde Pietro, il primo degli apostoli con un espressione ispirata sul momento dallo Spirito Santo "Tu sei il Cristo".
A questo punto Gesù invita i presenti a non parlare di questo ad alcuno e ricorda che il Suo messianismo non sarà quello della forza e della potenza, bensì del dolore e della sofferenza. Il Suo trono sarà la croce e avrà una corona, non di oro, ma di spine. Ecco allora svelata l'identità di Gesù.
Lo stesso Pietro, che aveva risposto bene alla domanda del Maestro, riceve un bel rimprovero quando mostra contrarietà al progetto di Gesù, che è in continuità con il progetto del Padre. "Và dietro a me, Satana! Perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".
Anche noi che ascoltiamo questa Parola siamo i destinatari delle domanda di Gesù, soprattutto della seconda "Voi chi dite che io sia?".
Chi è Gesù per te?
Se ci fermiamo sul sentito dire, oppure su risposte generiche, sicuramente la nostra è ancora una fede incapace di scorgere il Vivente che accompagna e precede il nostro cammino. Allora non ci resta che chiede a Gesù di aumentare la nostra fede per poter vedere la Sua presenza e sentire il Suo amore concreto che passa soprattutto attraverso le piaghe di dolore della vita.
Tanti pensano che sia sufficiente accendere una candela davanti alla statua di un santo verso il quale siamo devoti, fare qualche offerta in denaro o recitare di tanto in tanto qualche preghiera, per dirsi cristiani. La nostra fede non si misura per queste pratiche esteriori, ma dal coinvolgimento di tutta la nostra vita. La fede è questione di cuore.
Signore rendi il nostro cuore più docile e aperto alla novità del vangelo. Insegnaci a pensare come pensi Tu, ad amare come ami Tu, a vivere come hai vissuto Tu.
a cura di don Francesco Diodati