TESTO Commento su Sl 110,10
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Giovedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (17/09/2009)
Brano biblico: Sl 110,10
36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Dalla Parola del giorno
“Principio della saggezza è il timore del Signore, saggio è colui che gli è fedele; la lode del Signore è senza fine.”
(Sl 110,10)
Come vivere questa Parola?
Il salmo di acclamazione alla prima lettura di oggi è la continuazione del salmo di ieri; nella liturgia eucaristica esso è la nostra risposta alla Parola di Dio. È come se ognuno di noi, dopo l’ascolto delle parole di Paolo, dicesse: Sì, Signore, anch’io come Timoteo voglio vivere da uomo/donna saggio/a, fedele alla tua Parola, perseverante nell’ascolto, operoso/a nella carità, puro/a nel cuore.
Da questo perseverante ascolto nasce la saggezza da cui scaturisce il ‘timor di Dio’: cioè il riconoscimento dell’essenza di Dio.
Il vangelo odierno, in quella delicata descrizione che Luca ci fa dell’invito a pranzo di Gesù nella casa del fariseo Simone, pennella con colori di luce le caratteristiche essenziali di questo Dio di cui Gesù è venuto a rivelarcene il volto: Egli è ‘Creditore’ generoso e longanime, Egli è ‘Cuore’ sensibile che si commuove dei gesti umili e affettuosi di chi pentito torna a Lui... “Le sono perdonati i peccati perché ha molto amato” dice della peccatrice che lava con le lacrime i suoi piedi e li cosparge di profumo.
Si può mai temere un Dio che ‘geme con viscere di misericordia’ attendendo il ritorno di ogni figlio e figlia? Il ‘timore di Dio’ è allora lode e venerazione del suo cuore materno e paterno ad un tempo!
Oggi nel mio rientro al cuore mi visualizzerò generato da queste viscere di misericordia e dirò con umile gratitudine:
Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli riveli i segreti del tuo cuore!
La voce del fondatore di Taizè
«Lodate, glorificate, temete il Signore!». Qui il timore è la lode, che è giunta al punto in cui essa non sa più cosa dire: e la lode diventa stupore, silenzio e amore.
frère Roger