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TESTO Commento su Luca 6,6-11

a cura dei Carmelitani   Home Page

Lunedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/09/2009)

Vangelo: Lc 6,6-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,6-11

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 8Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. 9Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». 10E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 11Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

1) Preghiera

O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.

Per il nostro Signore Gesù Cristo...

2) Lettura

Dal Vangelo secondo Luca 6,6-11

Un sabato, Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.

Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: “Alzati e mettiti nel mezzo!”.
L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.

Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?”. E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: “Stendi la mano!”. Egli lo fece e la mano guarì.

Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

3) Riflessione

Contesto. Il nostro brano ci presenta Gesù che guarisce un uomo dalla mano inaridita. A differenza del contesto dei capp. 3-4 in cui Gesù era solo, ora è circondato da discepoli e donne che si muovono insieme con lui. Un Gesù, quindi, in movimento. Nelle prime fasi di questo cammino il lettore incontra diversi modi di ascolto della Parola di Gesù da parte di coloro che lo seguono e che in definitiva potrebbero essere sintetizzati in due esperienze, le quali richiamano a loro volta due tipi di approccio: quello di Pietro (5,1-11) e quella del centurione (7,1-10). Il primo incontra Gesù che lo invita dopo una pesca miracolosa a diventare pescatori di uomini; poi, cade in ginocchio davanti a Gesù: «Allontanati da me, perché sono un uomo peccatore, Signore» (5,8). Il secondo non ha con Gesù nessuna comunicazione diretta: ha sentito parlare molto bene di Gesù e gli invia degli intermediari per chiedere la guarigione di un suo servo che sta morendo; chiede qualcosa non per sé, ma per una persona che gli sta molto a cuore. La figura di Pietro esprime l’atteggiamento di chi, scoperto peccatore, mette tutto il proprio agire sotto l’influsso della Parola dei Gesù. Il centurione, mostrando sollecitudine per il servo, apprende ad ascoltare Dio. Ebbene, tra questi itinerari o atteggiamenti che caratterizzano il cammino itinerante di Gesù viene collocata la guarigione dell’uomo che presenta una mano inaridita. L’evento miracolo avviene in un contesto di dibattito o controversia: le spighe strappate in giorno di sabato e su un azione di guarigione in giorno di sabato, appunto la mano inaridita. Tra le due discussioni gioco un ruolo cruciale la parola di Gesù: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato» (6,5). Restando al nostro brano ci chiediamo, qual è il significato di questa mano inaridita? È simbolo della salvezza dell’uomo che viene riportato al suo momento originario, quello della creazione. La mano destra, poi, esprime l’agire umano. Gesù restituisce a questo giorno della settimana, il sabato, il significato più profondo: è il giorno della letizia, della restaurazione e non della limitazione. Quello che Gesù mostra è il sabato messianico e non quello legalistico: le guarigioni che egli opera sono segni del tempo messianico, della restaurazione, della liberazione del’uomo.

La dinamica del miracolo. Luca pone davanti a Gesù un uomo dalla mano inaridita, secca, paralizzata. Nessuno è interessato a chiedere la sua guarigione e tantomeno il diretto interessato. Eppure la malattia non era solo un problema individuale ma i suoi effetti si ripercuotono per tutta la comunità. Ma nel nostro racconto non emerge tanto il problema della malattia quanto il suo aspetto con il sabato. Gesù viene criticato perché ha guarito in giorno di sabato. La differenza con i farisei sta nel fatto che questi in giorno di sabato non agiscono in base al comandamento dell’amore che l’essenza della legge. Gesù, dopo aver ordinato all’uomo di porsi al centro dell’assemblea, formula una domanda decisiva: «è lecito o no guarire in giorno di sabato?». Gli spazi per la risposta sono ristretti: guarire o non guarire, ovvero, guarire o distruggere (v.9). Immaginiamo la difficoltà dei farisei: è da escludere che si possa fare del male in giorno di sabato o condurre l’uomo alla perdizione, né tantomeno guarire poiché l’aiuto era solo permesso in caso di estrema necessità. I farisei si sentono provocati e questo genera la loro aggressività. Ma appare evidente che l’intenzione con cui Gesù guarisce di sabato è per procurare il bene dell’uomo e in primo luogo di chi è ammalato. Questa motivazione d’amore ci invita a riflettere sul nostro comportamento e a fondarlo su quello di Gesù che salva. Gesù non è solo attento alla guarigione del malato ma è interessato anche a quella dei suoi avversari: guarirli dal loro atteggiamento distorto nell’osservare la legge; osservare il sabato senza risollevare il prossimo dalle sue malattie non è conforme al volere di Dio. Per l’evangelista la funzione del sabato è di fare del bene, salvare, come Gesù ha fatto nella sua vita terrena.

4) Per un confronto personale

• Ti senti coinvolto nelle parole di Gesù: come ti impegni nel tuo servizio alla vita? Sai creare le condizioni perché l’altro viva al meglio?

• Sai mettere al centro della tua attenzione e del tuo impegno ogni uomo e tutte le sue esigenze?

5) Preghiera finale

Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Tu li proteggi e in te si allieteranno
quanti amano il tuo nome.
(Sal 5)

 

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