TESTO Rabbunì! Maestro!
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S. Maria Maddalena (22/07/2009)
Vangelo: Mt 13,1-9
1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Su Maria Maddalena, iconografia, letteratura e quant'altro si sono sbizzarriti nel delineare il personaggio, spesso confondendolo con altre Marie dei vangeli. Oggi, la liturgia ce la presenta nella scena del "giorno dopo il sabato", tratteggiata nel vangelo di Giovanni. È un momento pieno di pathos e di drammaticità, in cui pianto, dolore, ricerca, delusione, gioia si mescolano a formare un quadro quanto mai realistico. Nel corso del racconto, scopriamo il percorso non solo di fede, ma umano di ognuno di noi e scorgiamo, come nell'arco di poco tempo, vengano racchiuse tutte le espressioni interne ed esteriori dell'agire dell'uomo. Maria Maddalena così, da personaggio pio e che la devozione ha trasformato rendendolo alquanto languido, può assurgere a donna forte, a modello di umanità. In lei e con lei ogni persona può esclamare: "Rabbunì", riconoscendo e accogliendo il Cristo come il Signore della vita e come Colui che ci fa partecipi della sua missione salvifica. Ci insegna la forza di cercare il Signore. E lui ci mostra che, anche quando i nostri occhi non lo riconoscono, non lo vedono, egli è sempre con noi.