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TESTO Commento su Marco 6,7-13

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XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (12/07/2009)

Vangelo: Mc 6,7-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,7-13

7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Hemingway, nel romanzo Per chi suona la campana, fa dichiarare ad un personaggio: "Non abbiamo più Dio qui con noi, né suo Figlio, né lo Spirito Santo... Sento nettamente la sua mancanza perché ho avuto una educazione religiosa. Ma ormai l'uomo deve difendersi da sé".

La riflessione delle letture si sposa perfettamente con la drammaticità di questa affermazione hemingwiana dato che tutte e tre le letture ci richiamano a quello che di fatto ognuno di noi, sin dal suo apparire su questa terra, è chiamato a svolgere una missione, ad avere una vocazione, che deve realizzare mediante un impegno continuo teso a realizzare la missione di evangelizzazione personale, familiare, comunitaria ed ecclesiale.

La missione del cristiano, e quindi di ognuno di noi, è quella di spostare in forma centripeta il materialismo, la idolatria, le fugaci illusioni umane, in una forma centrifuga verso il centro della vera vita che è l'amore, la carità, la fede, la speranza.

Quindi ogni cristiano, come discepolo di Cristo e membro della sua Chiesa, è chiamato a una vocazione ed ha una missione, inscindibili tra loro, affidatigli dallo Spirito del Padre nel nome del Figlio.

Non per propria Fede l'uomo crede, ma mediante il dono dello Spirito l'uomo crede ed opera nell'abbandono fiducioso del Dio trino salvifico.

La testimonianza del proprio credo con un'azione coerente partecipativa alla vita sacramentale, il compiere le piccole azioni quotidiane di attenzione verso chi ci circonda, la disponibilità nel porsi al servizio della Chiesa nelle sue varie istituzioni, la capacità di ascoltare, meditare, mettere in pratica con semplicità ogni giorno la Parola di Dio, annunciata dal Cristo Gesù, il seguire le buone pratiche religiose, tutto questo aiuta a realizzare la missione evangelizzatrice dell'uomo, in una piena fedeltà comportamentale che Dio esige da ognuno di noi.

E in questa missione si colloca la realizzazione della nostra individuale e collettiva vocazione per la quale siamo stati chiamati in questo mondo. Spesso la nostra cultura associa al termine "vocazione" un'idea di sacralità, di religiosità, di spirituale superiore, mentre la vocazione è quel carattere in più che poi determina la nostra missione.

Qui dovrebbe stare uno degli impegni della catechesi in relazione alla crescita spirituale e morale delle persone che frequentano, e non solo quelle, la comunità ecclesiale: far crescere la coscienza della propria vocazione ai fini del bene personale e della collettività sia sul piano spirituale che sul piano socio-civile.

Anche nella famiglia ogni soggetto, per il ruolo che ricopre al suo interno, deve percepire, conoscere, svilippare quella vocazione interiore che sappia mantenere e sviluppare l'unione religiosa-sociale familiare.

Da qui la missione della Chiesa per una forte spinta propulsiva alla Pastorale Familiare che non sia solo enunciazioni teo-sociologiche, ma che sia soprattutto una fucina di strumenti concreti a sostegno del ruolo profetico ed evangelizzatiore della Famiglia stessa per la salvezza dell'Umanità.

La storia della salvezza, nell'antico come nel nuovo testamento, mostra quale sia il vero servizio profetico e verifica ragioni e motivi della sua efficacia. La nostra missione profetica non ammette sottili diplomazie, astuzie programmatiche, accorgimenti tattici, strategie dialettiche, progetti terreni.

Ognuno di noi, e anche tu che stai leggendo questa meditazione, nel nostro ruolo di profeti dobbiamo svestirci di noi stessi per rivestirci di Cristo, l'inviato dal Padre, per essere come Lui testimoni veritieri del suo amore in una missione "compassionevole" verso il prossimo.

Siamo stati scelti e predestinati da Dio, a lode e gloria della sua grazia, nella sapienza e nella intelligenza che ci dona, ed è nostro compito far conoscere il mistero della volontà divina e realizzarlo in Cristo Gesù nel nostro tempo e nella pienezza dei tempi.

Domandiamoci:

- Io come Cristiano come posso oggi essere fedele al Vangelo della Verità?

- Io come Famiglia come posso oggi testimoniare al suo interno il Vangelo della gioia?

- Io come Comunità come posso oggi testimoniare al mondo il Vangelo della salvezza?

 

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