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TESTO Commento su Marco 14,13-14

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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (14/06/2009)

Vangelo: Mc 14,13-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Dalla Parola del giorno

Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, perché vi possa mangiare la pasqua con i miei discepoli?

Come vivere questa Parola?

È un momento culminante nell’avventura umano-divina di Gesù. Siamo nel primo giorno degli azzimi, quando s’immolava la pasqua. È durante la celebrazione di questa pasqua ebraica che Gesù celebra mangia e istituisce la prima pasqua cristiana, memoriale della sua morte e risurrezione. È interessante il fatto che l’evangelista si dilunga a descrivere la ricerca del luogo dove verrà celebrata questa specialissima pasqua, fino a farci sapere che – di fatto – i discepoli troveranno “una grande sala già pronta”.

Questa festa del Corpo del Signore mira a renderci sempre più avvertiti dell’entità misteriosa ma enormemente vitale che è la Celebrazione dell’Eucaristia. Quelle parole di Gesù: “Prendete, questo è il mio corpo” e “Questo è il mio sangue, il sangue dell’Alleanza, versato per molti” col gesto del far passare il calice ricolmo di un vino che ormai è realmente il sangue sparso: tutto questo è l’enormità del mistero eucaristico. È il mistero della pasqua nuova. Se la Pasqua ebraica era memoriale del passaggio, attraverso il deserto, alla Terra Promessa, la Pasqua di Gesù, la sua Eucaristia segna il passaggio del nuovo popolo di Dio da questa terra al Padre.

Davvero è un memoriale colmo di divini fermenti. È dunque importantissimo che la celebrazione trovi spazio nella nostra vita. Che sia celebrata in una cattedrale o su un altarino nel deserto, ciò che conta è il fatto interiore. Non si può andare all’Eucaristia come al supermercato o al teatro. È tempo di trovare spazio di consapevolezza e di preparazione interiore, quando partecipiamo all’Eucaristia!

Oggi trovo un poco di tempo per sostare davanti al tabernacolo.

O Gesù, non permettere che io faccia della mia partecipazione all’Eucaristia o del mio stare davanti al tabernacolo una pia abitudine. Accendimi del tuo fuoco perché ad ogni Eucaristia più arda e meglio viva.

Le parole di un Padre della Chiesa

Quanta gente dice oggi: «Vorrei vedere il volto di Cristo, i suoi lineamenti, le sue vesti, i suoi sandali». Ebbene, è lui che vedi, che tocchi, che mangi! Desideri vedere le sue vesti; ed è lui stesso che si dona a te non solo per esser visto, ma toccato, mangiato, accolto nel cuore. Nessuno dunque si avvicini con indifferenza o con mollezza; ma tutti vengano a lui con l’anima ardente di amore.
Giovanni Crisostomo

 

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