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TESTO Commento su Tb 8,4-5

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Giovedì della IX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/06/2009)

Brano biblico: Tb 8,4-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Tobia esortò la vergine dicendo: “Sara, levati: preghiamo Dio, oggi, domani e domani l’altro perché in queste tre notti staremo uniti a Dio; [...] Noi siamo figli di santi e non possiamo unirci alla maniera di quelli che non conoscono Dio.”

Come vivere questa Parola?

Tobia, il giovane figlio di Tobi, è partito per andare a ritirare del denaro depositato dal padre presso un loro parente. Durante il viaggio si ferma da un altro suo parente che non conosceva. Vistane la figlia, se ne innamora e la chiede in sposa. Dopo la cena nuziale, i due giovani si ritirano in camera e qui ha luogo l’invito di Tobia a trascorrere le prime tre notti in preghiera, prima di consumare il matrimonio. La motivazione che porta: “Noi siamo figli di santi e non possiamo unirci alla maniera di quelli che non conoscono Dio”.

Innanzitutto ‘santi’ non ha la stessa limitata accezione di oggi. Santi significa separati da quanto è profano, in quanto porzione di Dio. Ora Israele veniva definito popolo eletto, cioè scelto per essere il popolo di Dio, riservato in modo particolare al culto di YHWH. I suoi membri, di conseguenza, erano santi e la loro condotta doveva corrispondere a questa prerogativa. Tobia ne è cosciente e vuole ricollegare il suo matrimonio alla matrice originaria, a quel primo istante in cui Dio aveva benedetto l’unione della donna e dell’uomo, anzi, lui stesso aveva fatto ‘dono’ della donna all’uomo perché relazionandosi nel segno dell’amore, realizzassero il loro essere sua immagine.

Al cuore del matrimonio non c’è prima di tutto la passione, l’attrazione, il bisogno sessuale, ma lo stupendo progetto di Dio che ovunque lascia l’impronta del suo amore, e che gli sposi credenti accolgono nel loro vissuto coniugale. In questa luce, la stessa unione sessuale, acquista una dimensione quasi sacrale che la differenzia sostanzialmente da quanto avviene analogamente nella natura circostante e il matrimonio rivela una essenziale dimensione sacramentale: rimanda alla comunione trinitaria e all’unione di Cristo con la Chiesa.

Oggi, nel mio rientro al cuore, considererò la ineliminabile grandezza del matrimonio: realtà santa e santificante. Pregherò per la famiglia perché esca rinnovata dalla crisi che la investe.

Ti affido, Signore, la mia famiglia, tutte le famiglie del mondo. Aiutaci a riscoprirne la bellezza alla luce del tuo progetto.

La voce di un Papa

Il «Noi» divino costituisce il modello eterno del «noi» umano; di quel «noi» innanzitutto che è formato dall’uomo e dalla donna, creati ad immagine e somiglianza divina.
Giovanni Paolo II

 

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