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TESTO Lo Spirito apre cuori e frontiere

padre Romeo Ballan   Euntes

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Pentecoste (Anno B) - Messa del Giorno (31/05/2009)

Vangelo: Gv 15,26-27; 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,26-27; 16,12-15

26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Riflessioni

La Pentecoste cristiana celebra il dono dello Spirito, “che è Signore e dà la vita”. Inizialmente, la festa ebraica di Pentecoste -sette settimane, ossia 50 giorni dopo la Pasqua- era la festa della mietitura del frumento (cf Es 23,16; 34,22). Ad essa si unì, più tardi, il ricordo della promulgazione della Legge sul Sinai. Da festa agricola, la Pentecoste è divenuta progressivamente una festa storica: un memoriale delle grandi alleanze di Dio con il suo popolo (vedi Noè, Abramo, Mosé e i profeti Geremia 31,31-34, Ezechiele 36,24-27...). È da sottolineare la nuova prospettiva riguardo alla Legge e al modo di intendere e vivere l’ alleanza. La Legge era un dono del quale Israele andava orgoglioso, ma era una tappa transitoria, insufficiente.

Era necessario progredire in un cammino di interiorizzazione della Legge, cammino che raggiunge il culmine nel dono dello Spirito Santo, che ci è dato, come nuova fonte normativa, come vero e definitivo principio di vita nuova. Intorno alla Legge, Israele si costruì come popolo. Nella nuova famiglia di Dio, la coesione non viene più da un comando esterno, per quanto eccellente sia, ma dal di dentro, dal cuore, in forza dell’amore che lo Spirito ci dà “perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (Rm 5,5). Grazie a Lui “siamo figli di Dio” e gridiamo: “Abbà, Padre!”. Siamo il popolo della nuova alleanza, chiamato a vivere una vita nuova, in forza dello Spirito che fa di noi la famiglia di Dio, con dignità di figli ed eredi (Rm 8,15-17).

A tale dignità deve corrispondere uno stile di vita coerente. Paolo (II lettura) descrive con parole concrete due stili di vita differenti e opposti, a seconda della scelta di ciascuno: le opere della carne (v. 19-21) o i frutti dello Spirito (v. 22). Per quelli che sono di Cristo Gesù e vivono dello Spirito, il programma è uno solo: “camminiamo secondo lo Spirito” (v. 25).

Lo Spirito fa camminare le persone e i gruppi umani e cristiani, rinnovandoli e trasformandoli dal di dentro. Lo Spirito apre i cuori, li purifica, li sana, li riconcilia, fa superare le frontiere, porta alla comunione. È Spirito di unità (di fede e di amore) nella pluralità di carismi e di culture, come si vede nell’evento di Pentecoste (I lettura), nel quale si coniugano bene insieme l’unità e la pluralità, ambedue doni dello stesso Spirito. Popoli diversi intendono un unico linguaggio comune a tutti (v. 9-11). S. Paolo attribuisce allo Spirito la capacità di rendere la Chiesa una e molteplice nella pluralità di carismi, ministeri e operazioni (cf 1Cor 12,4-6). La Chiesa ha sempre davanti a sé la sfida di essere cattolica e missionaria; di passare da Babele a Pentecoste. Vedi Benedetto XVI. (*)

Lo Spirito Santo è certamente il frutto più bello della Pasqua nella morte e risurrezione di Gesù: Egli Lo alita sui discepoli (Gv 20,22-23). È lo Spirito del perdono dei peccati e lo Spirito della missione universale. Anzi è il protagonista della missione (cf RMi cap. III; EN 75s.), affidata da Gesù agli apostoli e ai loro successori. Lo Spirito è sempre all’opera: nell’azione missionaria semplice e nascosta di ogni giorno, come pure nei momenti più solenni, al fine di “rinnovare l’evento della Pentecoste nelle Chiese particolari”, in vista di un più fermo impegno nella nuova evangelizzazione e nella missione ad gentes.

Per tale missione lo Spirito ci viene dato come guida “alla verità tutta intera” e come Consolatore (Vangelo). Strettamente legata all’opera creativa e purificatrice dello Spirito, c’è anche la Sua capacità di sanare e guarire. Si tratta di un potere reale ed efficace, intorno al quale esiste una particolare sensibilità nel mondo missionario, anche se non è sempre facile discernere bene. L’azione risanatrice raggiunge a volte anche il corpo, ma molto più spesso tocca lo spirito umano, sanandone le ferite interiori ed effondendo il balsamo della riconciliazione e della pace.


Parola del Papa

(*) “Lo Spirito Santo dona di comprendere. Supera la rottura iniziata a Babele -la confusione dei cuori, che ci mette gli uni contro gli altri- e apre le frontiere. Il popolo di Dio che aveva trovato al Sinai la sua prima configurazione, viene ora ampliato fino a non conoscere più alcuna frontiera. Il nuovo popolo di Dio, la Chiesa, è un popolo che proviene da tutti i popoli. La Chiesa fin dall’inizio è cattolica, questa è la sua essenza più profonda... Vento e fuoco dello Spirito Santo devono senza sosta aprire quelle frontiere che noi uomini continuiamo ad innalzare fra di noi; dobbiamo sempre di nuovo passare da Babele, dalla chiusura in noi stessi, a Pentecoste”.
Benedetto XVI
Omelia nella domenica di Pentecoste, 15.5.2005


Sui passi dei Missionari

- 31/5: Festa di Pentecoste: lo Spirito Santo parla in tutte le lingue.

- 31/5: Festa della Visitazione di Maria a Elisabetta: incontro di fede e di lode al Signore.

- 1/6: S. Giustino, filosofo cristiano, nato in Palestina e martirizzato a Roma (+165).

- 1/6: B. Giovanni B. Scalabrini (1839-1905), vescovo di Piacenza, fondatore dei Missionari di S. Carlo, per l’assistenza pastorale dei migranti.

- 1/6: S. Annibale Maria Di Francia (1851-1927), sacerdote siciliano di Messina, apostolo della preghiera per le vocazioni, fondatore dei Rogazionisti.

- 2/6: Con la bolla pontificia Sublimis Deus, Paolo III condannò la schiavitù (anno 1537).

- 3/6: SS. Carlo Lwanga e 21 compagni martiri d’Uganda, uccisi fra il 1885-1886 a Namugongo e dintorni di Kampala. Assieme a loro, furono uccisi altri 23 giovani di confessione anglicana.

- 4/6: Ricordo di Afonso Mwembe Nzinga, re del Kongo (s. XV), primo sovrano africano a ricevere il Battesimo (1491). Nel 1518 suo figlio Enrico diventò il primo vescovo nero dell’Africa subsahariana.

- 5/6: S. Bonifacio, vescovo e martire (675-754): monaco britannico, grande evangelizzatore della Germania, vescovo di Magonza, sepolto a Fulda.

- 6/6: S. Norberto (1080-1134), vescovo di Magdeburgo (Germania), fondatore dei Premostratensi, missionario in Francia e Germania.

- 6/6: S. Marcellino Champagnat (1789-1840), fondatore dei Piccoli Fratelli di Maria (Fratelli Maristi), per l’educazione dei giovani.

- 6/6: S. Raffaele Guízar Valencia (Messico, 1878-1938), vescovo di Veracruz, che, nonostante la persecuzione, esercitò strenuamente il ministero episcopale, soffrendo l’esilio e altre pene.

 

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