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TESTO Imparare ad amare

Paolo Curtaz  

VI Domenica di Pasqua (Anno B) (17/05/2009)

Vangelo: Gv 15,9-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

A volte mi guardo indietro, succede a tutti, penso. Sarà la svolta dell'età di mezzo, quella della crisi, dicono, gli esperti.

Per me, concretamente, significa fare i conti interiori, fare luce, mettere ordine: lasciare ciò che non ha aiutato, tenermi ben stretto ciò che mi ha fatto crescere.

Ho incontrato migliaia di persone in questi anni, ascoltato mille storie, dato consigli, pregato con e per loro. Ora ne sono certo, il cuore dell'uomo desidera una cosa soltanto: amare ed essere amato.

Anche nella persona più dura e più fredda, più ferita e più disperata, più pessimista e più fragile, il desiderio dell'amore dato e ricevuto soggiace ad ogni scelta, ad ogni dolore.

Desideriamo amare ed essere amati e soffriamo perché non riusciamo ad amare e ad essere amati come vorremmo. O come pensiamo di dover essere amati.
Bene: oggi la Parola parla di amore.

Amore?

I giorni scorsi, aspettando di essere messo in ordine dal mio parrucchiere, sfogliavo le riviste di gossip che abitualmente non leggo e che, però, mi permettono di stare aggiornato sulle vicende dei personaggi pubblici (che non conosco affatto!). Sono rimasto stupito (e anche un po' scocciato) dalla quantità di coppie e coppiette semifamose e dalla facilità con cui si disfa e si fa una relazione e, soprattutto, dall'uso smodato della parola "amore": l'amore della mia vita, ora ho ritrovato l'amore, con lui/lei ho scoperto cos'è veramente l'amore.
Appunto; cos'è, veramente, l'amore?

Giovanni ha le idee molto chiare: l'amore è, anzitutto, accogliere l'amore di Dio, accettare di essere amati, dimorare nell'amore che abbiamo scoperto. L'amore è, quindi, prima consapevolezza e poi sentimento, trasporto, emozione. E dai fatti, dice ancora l'apostolo, che si misura l'amore.

Spesso fraintendiamo la parola "amore": non è soltanto passione e coinvolgimento, profumo di violette e felicità infinita, sentirsi preziosi e cercati da qualcuno (un partner, un figlio, un amico). Amore è anche concretezza, quotidianità, fatica, fedeltà, passione (nel senso di patire!).

Proprio come ha saputo fare Gesù che si è donato completamente.

Lasciamoci amare!

Spesso il circuito d'amore viene interrotto dalle nostre lentezze e chiusure, dalla nostra fatica e dal nostro peccato.

Se capissimo che Dio ci chiede soltanto di lasciarci amare, di lasciarci raggiungere dalla sua misericordia! Di dimorare, restare sotto il cono di luce della sua presenza.
Ed è ovvio che l'amore cambia, mi cambia.

Già lo fa l'amore di una persona, figuriamoci l'amore di Dio!
Un amore senza condizioni, gratis.

Dio non ci ama perché siamo amabili ma - amandoci - ci rende amabili e capaci di superare la parte oscura che abita nel profondo di ciascuno di noi.

Giovanni ci chiama ad essere testimoni dell'amore. Con i fatti.

Amare l'altro (chiunque esso sia) significa mettere lui al centro della mia attenzione, significa lasciare che la sua vita, i suoi interessi, il suo modo di essere sia accolto e valorizzato.

Ascoltando questa Parola il mondo potrebbe essere qui e ora un pezzo di Regno in cui, nella concretezza del nostro limite e del perdono da dare e ricevere, una persona potrebbe sinceramente stare a proprio agio.

Essere cristiani significa guardare l'altro (chiunque esso sia) negli occhi e dirgli: "Ti voglio bene". Magari non sono d'accordo su come la pensi, su cosa fai, ma ti voglio bene, desidero il tuo bene, ti aiuto a raggiungere il bene. L'amore è scelta consapevole e dolorosa, atteggiamento di fondo, onestà con se stessi.
E il sentirsi amati, credetemi, sposta il mondo.

Zucconi

La fatica dell'uscire dal proprio modo di vedere, che è poi la prima cosa concreta da fare per amare, l'ha conosciuta bene la prima comunità cristiana, tutta chiusa in una visione ristretta della fede e della salvezza 8 meno male che oggi non siamo più così...) e che, spinta a forza dallo Spirito Santo, ha dovuto capire che il Signore voleva allargare il suo disegno di salvezza ad ogni uomo.

O la nostra comunità, nella coscienza dei propri limiti, si lascia avvincere dall'amore di Dio per diventare testimone credibile di questo amore, o la nostra fede diventa inutile osservanza.

Se il nostro cuore non brucerà d'amore, il mondo morirà di freddo.

Libri di Paolo Curtaz

 

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