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TESTO Un Dio che si diverte

don Maurizio Prandi

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno B) (11/04/2009)

Vangelo: Mc 16,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,1-8

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». 8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.

Riprendo il cammino che abbiamo fatto in Quaresima in preparazione alla Pasqua (scusate se insisto, ma per me è stato di grande importanza e credo sia una buona base per poter fare in questa notte un ulteriore passo in avanti) e provo ad aggiungere qualcosa che possa nutrire la nostra interiorità. Il cammino è stato essenzialmente un cammino alla ricerca del volto di Dio. Ricordate certamente: un Dio tentato, che ci ha detto tutta la positività della tentazione... Gesù ci ha detto che di fronte alla tentazione possiamo scegliere chi essere, chi diventare; un Dio consegnato, che sul monte della trasfigurazione ci ha detto che consegnare la propria vita significare consegnare le cose più preziose, più belle, più luminose di noi per poter come Lui brillare di una luce che viene da Dio; un Dio appassionato, che ci ha detto che non si può fare del rapporto con Dio un mercato, un commercio, ma è per il tempio che è il corpo dell’uomo che è necessario spendere la vita.

Se volete in questa notte contempliamo lo splendore del corpo piagato e ferito, flagellato e crocifisso. Che cosa è la risurrezione se non il trionfo di quella passione che ha mosso Gesù nella sua vita terrena: passione di restituire fiducia e speranza a tutte le persone umiliate, mortificate, tenute ai margini della società... passione per un Dio alleato dei poveri, degli umili, dei perseguitati, di coloro che anelano alla giustizia e alla pace.

L’altra sera, confessando un marito, padre di due splendidi bambini, un colloquio bellissimo sulla risurrezione. Aveva da confessare un peccato gravissimo, non riusciva a trovare le parole... il non credere alla risurrezione di Gesù nella carne. Avendo presente il vangelo, le parole di Gesù, i gesti, avendo presente la sua passione e la sua Croce, perché la Risurrezione? E’ un di più diceva... non ne ho bisogno, mi basta la Croce. Mi sembrava bellissimo porre al centro della propria confessione tutto questo. Io credo davvero che la Risurrezione non sia per mostrare una vittoria, per mostrare una potenza o una onnipotenza, credo che la risurrezione non sia per convincere gli increduli. La risurrezione (ripeto), è proprio il trionfo del corpo ferito e sofferente; se non ci fosse stata la Risurrezione di Gesù, Dio sarebbe il Dio pulito pulito che era prima, perfetto e senza macchia lassù nel cielo. Dalla Risurrezione in avanti è tutta un’altra cosa perché in Dio ci sono le ferite, le piaghe, i dolori, le fatiche, i dubbi di Gesù; dalla resurrezione in avanti in Dio ci sono ginocchia segnate dall’essersi prostrato per lavare i piedi dei discepoli, mani sporche di fango per aver creato la vista al cieco nato, mani infettate per aver toccato le piaghe della lebbra, piedi lavati dalle lacrime e profumati dalle mani di una donna che nessuno avrebbe voluto vicino in pubblico. Capite la bellezza del nostro credere? Noi crediamo in un Dio che risorge non per dimostrare la sua forza, ma per accogliere e trasfigurare per sempre la nostra debolezza, per dirci che non siamo soli nelle nostre difficoltà, per gettare squarci di luce sulle nostre oscurità e di speranza sulle nostre incapacità di guardare oltre, di guardare al futuro come una promessa. Credo che quello che ho appena detto comprenda anche gli altri due passaggi sul volto di Dio che abbiamo sottolineato in quaresima, il quarto: un Dio vulnerabile e il quinto: un Dio glorificato.

Mi piace in questa notte leggere anche un altro aspetto del volto di Dio, forse un po’ insolito, ma credo bello. Mi veniva in mente ascoltando la prima lettura e il salmo responsoriale legato ad essa. E’ un aspetto del volto di Dio che mi faceva venire in mente Mario Pierini, tanto che l’ho detto anche il giorno del suo funerale: il nostro Dio è un Dio che si diverte, un Dio che gioca. Prima lettura (e libro della Genesi al suo inizio), e salmo responsoriale, ci parlano della Creazione come il grande gioco di Dio. Dopo aver letto questo salmo, (una piccola parte in verità perché è molto più lungo), se chiedessimo a chi lo ha scritto: secondo te, perché Dio ha creato l’universo?, una risposta possibile potrebbe proprio essere questa: per gioco. Alle volte si pensa che il gioco sia una cosa e le cose serie siano altro: ecco che anche giocare può diventare qualcosa di serio perché importante. Mi colpivano tantissimo le fotografie dei medici vestiti da clown che facevano giocare i bambini i giorni immediatamente successivi al terremoto de l’Aquila, l’importanza del gioco per quei bambini... giocare vuol dire sperare allora, vuol dire incontrare persone, stringere legami, rinsaldare amicizie. Non vuol certamente dire dimenticare, ma ti dona la capacità di stare e affrontare in modo diverso la vita.

Avete ascoltato il salmo... che bello! In un altro punto del salmo che non abbiamo letto questa sera, viene detto che la saggezza di Dio nel creare è legata alla capacità che hanno le sue creature di divertirsi: ecco il mare spazioso e vasto, lì guizzano senza numero animali piccoli e grandi... il Leviatan (un mostro marino credo) perché in esso si diverta. Forse esagero eh, però credo che una cosa che la Bibbia ci insegna è proprio questa: quando ci divertiamo, e lo facciamo con gusto, come lo fanno i bambini, siamo fedeli alla creazione, siamo fedeli al progetto di Dio.
Buona Pasqua!

 

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