TESTO Commento su Marco 16,1-8
Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno B) (11/04/2009)
Vangelo: Mc 16,1-8
1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». 8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.
SCHEMA RIASSUNTIVO
Tema: La resurrezione è una verità fondamentale.
Obiettivo: Riproporre l'importanza della risurrezione.
l. La risurrezione è una verità fondamentale.
a) Inaspettata per gli apostoli.
I) Hanno tentato di allontanarlo dalla croce.
II) Hanno dubitato di fronte alla testimonianza delle donne, e perfino degli stessi discepoli di Emmaus.
III) San Tommaso non credette finché non vide.
b) Predetta da Cristo.
I) Gv 11,1-44
II) Mc 15,6
III) Mt 12,40; 26,61; 27,40; 27,63
c) Preannunciata nelle profezie.
I) Is 25,8; 26,19; 53,10
II) Ez 37,1-14
III) Sal 16,10; 49,15
IV) Os 6,2
V) Gio 1,17
2. Fonte di gioia profonda.
a) Cristo è risorto per noi.
b) «La Risurrezione di Gesù e la verità culminante della nostra fede in Cristo, creduta e vissuta come verità centrale dalla prima comunità cristiana, trasmessa come fondamentale dalla Tradizione, stabilita dai documenti del Nuovo Testamento, predicata come parte essenziale del Mistero pasquale insieme con la croce» (CCC, n. 638).
LA BIBBIA
«Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32)
LA CATECHESI E IL MAGISTERO
«La fede in Dio Padre onnipotente può essere messa alla prova dall'esperienza del male e della sofferenza. Talvolta Dio può sembrare assente ed incapace di impedire il male. Ora, Dio Padre ha rivelato nel modo più misterioso la sua onnipotenza nel volontario abbassamento e nella Risurrezione del Figlio suo per mezzo dei quali ha vinto il male. Cristo crocifisso è quindi "potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini" (1 Cor 1,24-25). Nella Risurrezione e nella esaltazione di Cristo il Padre ha dispiegato "l'efficacia della sua forza" e ha manifestato "la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti" (Ef 1,19-22)» (CCC, n. 272).
«La ferma persuasione dell'onnipotenza divina vale più di ogni altra cosa a corroborare in noi il doveroso sentimento della fede e della speranza. La nostra ragione, conquistata dall'idea della divina onnipotenza, assentirà, senza più dubitare, a qualunque cosa sia necessario credere, per quanto possa essere grande e meravigliosa o superiore alle leggi e all'ordine della natura. Anzi, quanto più sublimi saranno le verità da Dio rivelate, tanto più agevolmente riterrà di dovervi assentire» (CCC, n. 274).
I PADRI
«Non ha importanza credere che Gesù è morto; lo credono perfino i pagani, i giudei e i peccatori. Lo credono tutti. La fede dei cristiani è che Cristo è risorto. Per noi quel che è decisivo è credere nella risurrezione» (cfr. Sant 'Agostino, in Psal 130,4).
«Esprimendo un attaccamento profondo, una tale parola è degna degli amici di Gesù! E quanto è puro, l'affetto che così si esprime: "Se Gesù è in vita, tanto mi basta!". Se egli vive, io vivo, poiché la mia anima è sospesa a lui; molto di più, egli è la mia vita, è tutto ciò di cui ho bisogno. Che cosa può mancarmi, in effetti, se Gesu è in vita? Quand'anche mi mancasse tutto, ciò non avrebbe alcuna importanza per me, purché Gesù sia vivo. Se poi gli piace che venga meno io stesso, mi basta che egli viva, anche se non è che per se stesso. Quando l'amore di Cristo assorbe in un modo così totale il cuore dell'uomo, in guisa che egli dimentica se stesso e si trascura, essendo sensibile solo a Gesù Cristo e a ciò che concerne Gesù Cristo, solo allora la carità è perfetta in lui. Indubbiamente, per colui il cui cuore è stato cosi toccato, la povertà non è più un peso; egli non sente più le ingiurie; si ride degli obbrobri; non tiene più conto di chi gli fa torto, e reputa la morte un guadagno (Ph 1,21). Non pensa neppure di morire, poiché ha coscienza piuttosto di passare dalla morte alla vita; e con fiducia, dice: "Andrò a vederlo, prima di morire"» (Guerric d'Igny, Sermo I, in Pascha, 5).
PENSIERI E FRASI
«La risurrezione di Cristo è l'Amen con cui Dio sigilla tutto quello che Gesù compì sulla terra» (Adam).
«Senza credere che l'Amore di Dio è onnipotente, come credere che il Padre abbia potuto crearci, il Figlio riscattarci, lo Spirito Santo santificarci?» (CCC, n. 278).
«Per dimostrare la realtà della risurrezione, Cristo ricorda semplicemente l'affermazione dell'Esodo 3,6: "Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe", per trarre questa conclusione: Dio "non è un Dio dei morti, ma dei vivi". Argomento che acquista tutto il suo significato se ricordiamo che l'espressione "Dio di Abramo" equivale a "Salvatore di Abramo"; se la morte avesse trionfato definitivamente su Abramo, questi non sarebbe stato salvato da Dio, e l'espressione biblica mentirebbe in altri termini... non si può comprendere pienamente senza una salvezza definitiva e completa, senza la vittoria sulla morte stessa» (cfr. F. Dreyfus, L'argument scripturaire de Jesus en faveur de la résurrection des morts).
ANEDDOTI
In una riunione di liberi pensatori, una di quelle riunioni ufficialmente organizzate al principio del regime bolscevico in Russia, si parlò appassionatamente contro Dio e Gesù; si fecero burle sulla vita, morte e risurrezione del Signore. Poi, un venerabile anziano chiese la parola. Salì sulla tribuna degli oratori e attese che si facesse silenzio nella sala. Quindi, con calma, ma con vigore e fermezza, disse alle masse che pendevano dalle sue labbra: «Cristo e risorto!» e scese. In un attimo si fece un silenzio sepolcrale. Poi, un'esplosione di grida entusiaste: «Cristo e risorto!» (Era questo il saluto abituale nell'antica Russia nel tempo pasquale).