TESTO Commento su Giovanni 7,28-30
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Venerdì della IV settimana di Quaresima (27/03/2009)
Vangelo: Gv 7,28-30
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1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.
10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Dalla Parola del giorno
“Io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco perché vengo da lui ed egli mi ha mandato.” Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso perché non era ancora giunta la sua ora.
Come vivere questa Parola?
Gesù decide di salire a Gerusalemme, nonostante siano tempi difficili e sappia di non essere ben visto dai Giudei. La sua presenza suscita una serie di domande.
Alcuni credono di sapere tutto, sono abili nelle Scritture e dicono: “Costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia". Tutto viene messo in discussione, anche la sua origine umana i cui dati escluderebbero che possa essere il Messia. A questo punto, il Maestro fa una dichiarazione che lo condurrà inesorabilmente verso la morte: “Io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco perché vengo da lui ed egli mi ha mandato”. Si proclama Figlio di Dio e ciò risulta una bestemmia per i Giudei, che credevano di conoscere tutto sul futuro Messia.
C'è un modo scontato di ascoltare la Parola di Dio che ci fa ritenere di conoscerla già. Come quegli uomini che davanti a Gesù pensano di sapere già chi è, perché sanno da dove viene. Basta loro qualche sommaria notizia a chiudere occhi e orecchie. Gesù però sfugge a questa logica della scontatezza e del pregiudizio. Per questo, quando tentano di arrestarlo, egli sfugge dalle loro mani. La verità non può essere incatenata. Gesù, ancora una volta, si mostra Signore della storia e del tempo. La sua ora non è ancora venuta. E sarà sempre lui a decidere anche l’ora della sua morte.
Nei momenti di riflessione di questa giornata, mi metterò di fronte a Gesù e cercherò di rispondere alla sua domanda: “E voi, chi dite che io sia?”. E mi chiederò in che modo, nella vita, sono coerente con l’incontro con Cristo.
La voce di un teologo
Fuggire ogni pericolo significa fuggire ogni responsabilità, ogni impegno; significa rifiutare ogni vocazione. E tutti i pericoli del mondo non devono dispensarci ad un’azione divenuta necessaria.
H. de Lubac