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TESTO Commento su Giovanni 4,49-50

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Lunedì della IV settimana di Quaresima (23/03/2009)

Vangelo: Gv 4,49-50 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Il funzionario del re insistette: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli risponde: “Va’ tuo figlio vive”.

Come vivere questa Parola?

Gesù, dopo il miracolo di Cana dove ha trasformato l’acqua in vino, continua il suo viaggio nella periferia di Israele, la Galilea, lontano dal potere. E qui s’imbatte in un funzionario reale, che per amore del figlio malato si abbassa a chiedere aiuto al falegname di Nazaret.

Due uomini, che in modo diverso scendono dalla loro situazione di privilegio e si umiliano per amore. Da una parte sta il Figlio di Dio, che è sceso dal cielo e si è fatto uno di noi; dall’altra sta un uomo di potere, che dimentica il suo ruolo e mendica un aiuto per amore del figlio.

Il Maestro, dapprima, risponde in modo brusco all’invocazione. Vuole ammonire il popolo ebreo, sempre alla ricerca di segni prodigiosi per credere. In seguito, vista l’insistenza di un padre disperato, dà la risposta sicura: “Va’, tuo figlio vive!”

I miracoli di Gesù sono sempre l’esito di un incontro personale, di uno sguardo che penetra nell’anima e intuisce il senso profondo della domanda. Quando trova la purezza di cuore, risponde immediatamente, magari con modalità che non sempre ci sono chiare, ma senz’altro per “dare vita e vita in abbondanza”.

In questo percorso quaresimale che ci porta alla Pasqua presentiamoci anche noi davanti a Gesù, prostriamoci e preghiamo. Anche noi portiamo nel cuore figli e figlie che soffrono, fratelli e sorelle che disperano in una crisi economica che non lascia scampo a nessuno. Abbiamo nell’animo le ferite delle violenze, degli stupri, delle volgarità, della pedofilia. Andiamo incontro a Gesù accompagnati da queste situazioni di dolore e chiediamo il suo intervento con la stessa fede del funzionario reale.

Lui sicuramente si fermerà e ci darà la risposta di speranza, che ci ha ottenuto con la sua Pasqua.

La preghiera di oggi sarà la stessa del padre del Vangelo: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”.

La voce di uno scienziato

La morte ci spossessa totalmente di noi stessi, per metterci nelle mani delle potenze del cielo e della terra. Questo è l’aspetto estremo del suo terrore... ma per il mistico è anche il colmo della sua beatitudine.
P. Telhard de Chardin

 

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