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TESTO Mercatini e bancarelle!

padre Mimmo Castiglione

III Domenica di Quaresima (Anno B) (15/03/2009)

Vangelo: Gv 2,13-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-25

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Ogni dì la sveglia è all’alba, bisogna arrivare presto

se si vuole occupare il suolo migliore, la postazione strategica.

Nella mia bancarella vendo di tutto. Esaurisco bisogni e desideri!

C’è chi domanda miracoli per credere. Gettonate le dieci piaghe!

E c’è chi s’affascina con la sapienza. A grande richiesta le dieci parole!

Mi do da fare. Mai mi fermo. Gentile, i clienti servo perché ritornino,

soddisfatti e pieni di stupore! Cortese, io offro la merce migliore!

Ognuno vende quello che possiede! Verrebbe da dire.
Ogni fruttivendolo grida la roba che ha! Detto popolare.

Pregiandomi di citare una categoria di commercianti a me sì tanto cara,

avendo nel mio DNA la passione per la frutta. Eredità genetica!

A proposito di bancarelle!
M’è capitato qualche volta udire, mentre in chiesa pregavo,

le varie “voci della natura”: latrati di cani e miagolii di gatti,
canti di galli, pecore che belavano, colombi che tubavano

(e le chiacchiere degli umani che non mancano mai!).

“Che bello,

- disse una volta dall’altare un personaggio di mia conoscenza –
una colomba!
Su! Nella cupola vola, come lo Spirito aleggia”.
Quando però il pennuto lasciò i segni che caddero dall’alto
sulle nostre teste e sulla tovaglia dell’altare,

allora la musica cambiò, e le imprecazioni più non si contarono!

Certamente, si loda Dio per tutte le sue creature (insieme a san Francesco!).

Ma a volte, crea qualche problema averci a che fare (con le creature, intendo!).

Soprattutto se uno è intento ad “ascoltare”!

M’è capitato anche di vedere in alcune chiese
“negozietti” improvvisati nelle navate o nelle sacrestie.
E “fiere” di beneficenza nelle cappellette.

E trasformati gli altari in scrivanie, con sopra di tutto e di più.

Con tutte le buone intenzioni, per carità!

E che dire dei gruppi di turisti che nelle chiese freneticamente girano girano,
disturbando e senza educazione, senza nessuna discrezione.

A volte s’intende, non sempre! Come a volte diventa un’impresa entrare!

Come se ognuno pretendesse la sua parte, la sua fetta di torta!

Dovere di vendere e diritto di chiedere. Si potrebbe dire!

Gesù è a Gerusalemme la capitale, per la festa di Pasqua.

Va al tempio (che è come la tenda dell’arca): luogo della Presenza,
gloria dei giudei, centro di unità nazionale,
all’interno del quale si celebrano sacrifici di agnelli

e si offrono colombi (da parte dei più poveri).

Nel vangelo di Giovanni, Gesù bazzica spesso il tempio.

Anche i Profeti prima di lui, polemici con chi ne aveva fatto baluardo di certezze.

Sarebbe stato purificato nei tempi messianici. Che son giunti!

Purificazione del tempio e del culto dunque, qualora diventi mercato.

Ma anche purificazione dell’immagine di Dio talvolta distorta

ed alla quale si possono addebitare idee o cose che non gli appartengono

come il baratto, il ricambio e la retribuzione!

A Dio non si pagano tangenti per tenerlo buono in questa vita
ed ottenere favori e consensi, ed in futuro il paradiso.
Dio non si presta ad alcun gioco d’interesse!

Non è faraone che opprime. Non è un violento carnefice. Non è giudice spietato.

È Amore-dono. Gratuito non si compra. Oggetto del vero culto.

Il mite e mansueto Rabbino di Galilea, determinato si arrabbia

per i traffici ed i commerci che si svolgono nella casa del Padre suo.

Gesù divorato dallo zelo per la sua casa diventata un mercato.

Fa un po’ di danni, fortunatamente (per lui) senza tante conseguenze legali.
Ma gli inquilini dello spazio sacro non dimenticheranno!

Specialmente il capo condominio!

Il Maestro non si comprende!

Aver pronunciato parole sacrileghe contro il tempio gli costerà caro!

Incredulità, opposizione, rifiuto. Dopo il breve tempo di tre giorni
il tempio del corpo del Signore risorgerà e non ricostruito!
I discepoli poi ricorderanno:

comprenderanno le cose alla luce dell’Evento.

Gesù si proclama nuovo tempio.
Nel suo corpo donato e nel suo sangue versato
è la gloria del Padre.
Gli uomini potranno finalmente incontrare l’amore di Dio
che abita nella nuova casa:
in chi umiliato s’offre e disarmato si consuma,

pieno di zelo, d’ardore e di passione per le cose del Padre suo.

Nuova Alleanza sostituisce l’Antica.

PREGHIERA

Pietà Signore, per tutte le volte che ho occupato abusivamente il tuo suolo,
facendo del tuo territorio un luogo di mercato,
per racimolare qualche soldo, riempire le mie tasche,

e pagar la luce (chiaramente non quella del tuo splendore).

Pietà per tutte le volte che ho commerciato con Te per ottenere grazie e favori.
Pietà Gesù, per non aver compreso che Tu sei il tempio

dove celebrare il culto di ringraziamento al Padre per averti donato.

Pietà di me o Dio Padre, quando cerco la tua potenza
nei miracoli o nella sapienza,

e dimentico di guardare il tuo Figlio Crocifisso.

Auguri a tutti i Peppe a me cari!

 

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