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TESTO Commento su Marco 9,2-10

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II Domenica di Quaresima (Anno B) (08/03/2009)

Vangelo: Mc 9,2-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

SCHEMA RIASSUNTIVO

Tema: Trasfigurazione

1. La Trasfigurazione è la manifestazione della gloria di Cristo.

a) Cristo si manifesta tra due santi, due profeti amati, che rappresentavano la legge e i profeti. E i due guardano a Cristo.

b) È Cristo l'autore della Trasfigurazione. È il suo potere, si manifesta la sua gloria.

c) Dunque, Cristo è Dio. Questa è una verità che dobbiamo credere continuamente.

2. La Trasfigurazione fa risaltare il Messia sofferente.

a) La figura di Abramo che offre Isacco, il suo amato figlio, è un'immagine della realtà del Padre che offre Cristo (cfr. Gen 12, l-4).

b) Cristo annuncia la sua Passione. E perciò, nella Trasfigurazione, Cristo fortifica i suoi discepoli.

c) La Passione di Cristo è la massima volontà del Padre.

3. La Trasfigurazione è fonte di speranza.

a) «Dio non ha risparmiato il proprio figlio, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui?» (Rm 8,31).

b) "Per crucem ad lucem". Per la croce alla luce. Attraverso la croce si giunge alla luce della gioia, al possesso di Dio.


LA BIBBIA

«La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici» (Sal 119).

«Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza. Essa in realtà è più bella del sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata alla luce, risulta superiore; a questa, infatti, succede la notte, ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere» (Sap 7,28-30).


LA CATECHESI E IL MAGISTERO

«Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro "cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, e soffrire molto... e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno" (Mt 16,21). Pietro protesta a questo annunzio, gli altri addirittura non lo comprendono. In tale contesto si colloca l'episodio misterioso della Trasfigurazione di Gesù su un alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che parlano "della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme" (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una voce dal cielo dice: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo" (Lc 9,35)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 554).

«Per un istante, Gesù mostra la sua gloria divina, confermando così la confessione di Pietro. Rivela anche che, per "entrare nella sua gloria" (Lc 24,26), deve passare attraverso la croce a Gerusalemme. Mosè ed Elia avevano visto la gloria di Dio sul Monte; la Legge e i profeti avevano annunziato le sofferenze del Messia. La passione di Gesù è proprio la volontà del Padre: il Figlio agisce come Servo di Dio (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 555).


I PADRI

«Mosè ed Elia, ossia la Legge e i Profeti, apparvero intrattenendosi con il Signore: ciò affinché si compisse perfettamente, attraverso la presenza di cinque persone, quanto è scritto: "Ogni parola è certa, se pronunciata in presenza di due o tre testimoni" (Dt 19,15, Mt 18,16). Per proclamarla, la duplice tromba dell'Antico e del Nuovo Testamento risuona in pieno accordo e tutto ciò che serviva a darle testimonianza nei tempi antichi si ricongiunge con l'insegnamento del Vangelo!» (San Leone Magno, Sermo 38).

«"Questi è il mio Figlio diletto in cui mi sono compiaciuto, ascoltatelo" (Mt 145). Il Padre, senza alcun dubbio era presente nel Figlio e, in quella luce che il Signore aveva misuratamente mostrato ai discepoli, l'essenza di colui che genera non era separata dall'Unigenito generato, ma, per evidenziare la proprietà di ciascuna persona, la voce uscita dalla nube annunciò il Padre alle orecchie, così come lo splendore diffuso dal corpo rivelò il Figlio agli occhi» (San Leone Magno, Sermo 38).

«Elia e Mosè parlavano con lui, poiché la grazia del Vangelo riceve testimonianza della Legge e dai Profeti. Per Mosè s'intende la Legge, per Elia s'intendono i Profeti. Pietro suggerì che si facessero tre tende; una per Mosè, una per Elia, una per Cristo. Gli piaceva la solitudine del monte; lo annoiava il tumulto delle cose umane. Ma perché voleva fare tre tende? Non sapeva che Legge, Profeti e Vangelo provengono dalla stessa origine?» (Sant'Agostino, Sermo 791).


PENSIERI E FRASI

«Tota Trinitas apparuit: Pater in voce; Filius in homine, Spiritus in nube clara ("Apparve tutta la Trinità: il Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella nube luminosa")» (San Tommaso d'Aquino).


ANEDDOTI

«Le conversazioni di san Giovanni della Croce "con santa Teresa finivano quasi sempre con qualche estasi. È celebre quella del giorno della Trinità. Ancora si conserva memoria del fatto che, la madre Teresa all'interno e Fr. Giovanni della Croce all'esterno, rimasero ambedue rapiti ed entusiasmati davanti al mistero che il Santo continua a illuminare con parole meravigliose. Per questo motivo la Santa finì per dire che non si poteva parlare di Dio con Fr. Giovanni, perché dopo si trasponeva e faceva trasporre"» (cfr. Crisogono di Gesù Sacramentato, San Giovanni della Croce, Pro Eccl. et Patr, Labor, 1935,29).

 

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