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TESTO Commento su Marco 9,28

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (23/02/2009)

Vangelo: Mc 9,28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?”. Ed egli disse loro: “ questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”.

Come vivere questa Parola?

Il vangelo di oggi informa che i discepoli di Gesù non furono capaci di scacciare il demonio dal corpo di un ragazzo. Il potere del male fu più grande della loro capacità. È uno smacco che suscita una domanda importante. Allora, in privato, i discepoli chiedono a Gesù il motivo del loro fallimento. Gesù risponde: “Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera!”

Fede e preghiera vanno insieme. Non esiste l’una senza l’altra. I discepoli sono peggiorati. Prima loro erano capaci di scacciare i demoni. Ora, non più. Cosa manca? Fede o preghiera? Perché manca?

La risposta del Maestro riafferma il valore della fiducia in Dio attraverso la supplica orante, unica arma contro Satana. L’apostolo Paolo, forte della sua fede nel Cristo, che l’ha abbagliato sulla via di Damasco e ha vinto le grosse resistenze che erano nel suo cuore, proclama sicuro: “Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore!”.

Anche oggi, ci sono molti mali che superano la nostra capacità di affrontarli: violenza, droga, guerra, malattie, mancanza di impiego, terrorismo, ecc. Ci sforziamo molto nella vita, ma sembra che invece di migliorare, il mondo peggiori. Di fronte alla nostra incapacità e delusione, risentiamo le parole di Paolo e riflettiamo sul rimedio proposto da Gesù: la preghiera.

In un celebre quadro conservato a Oxford, un pittore inglese ha dipinto il Cristo che bussa ad una porta. Una porta senza maniglia, perché non è in suo potere aprirla. È dal di dentro che ciascuno di noi può disporsi a dare udienza a Dio senza congedarlo mai.

Oggi, in qualche momento di silenzio, pregherò con la mia vita, fatta di lacrime e di sorrisi, di desideri e di delusioni, fatta soprattutto di compassione per chi è nel dolore e chiederò al Signore della vita di liberarci dal male.

La voce di un grande pensatore

Pregare per qualcuno significa essere presenti contemporaneamente a Dio e all’uomo, realizzando un perfetto equilibrio fra questi due amori.
G. Thibon

 

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