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TESTO Commento Marco 8,27-33

a cura dei Carmelitani   Home Page

Giovedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (19/02/2009)

Vangelo: Mc 8,27-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

1) Preghiera

O Dio, che hai promesso di essere presente
in coloro che ti amano
e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola,
rendici degni di diventare tua stabile dimora.

Per il nostro Signore Gesù Cristo...

2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco 8,27-33

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: “Chi dice la gente che io sia?” Ed essi gli risposero: “Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti”. Ma egli replicò: “E voi chi dite che io sia?” Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.

E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.

Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: “Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.

3) Riflessione

• Il vangelo di oggi parla della cecità di Pietro che non capisce la proposta di Gesù quando costui parla della sofferenza e della croce. Pietro accetta Gesù messia, ma non messia sofferente. E’ influenzato dal “lievito di Erode e dei farisei”, cioè, dalla propaganda del governo dell’epoca per cui il messia era un re glorioso. Pietro sembrava cieco. Non si rendeva conto di nulla, ma voleva che Gesù fosse come lui voleva. Per capire bene tutta la portata di questa cecità di Pietro è bene inquadrarla nel suo contesto letterario.

Contesto letterario: Il vangelo di Marco ci trasmette tre annunci della passione e morte di Gesù: il primo in Marco 8,27-38; il secondo in Mc 9,30-37 ed il terzo in Mc 10,32-45. Questo insieme, che va fino a Mc 10,45, è una lunga istruzione di Gesù ai discepoli per aiutarli a superare la crisi prodotta dalla Croce. L’istruzione è introdotta con la guarigione di un cieco (Mc 8,22-26) e alla fine si conclude con la guarigione di un altro cieco (Mc 10,46-52). I due ciechi rappresentano la cecità dei discepoli. La guarigione del primo cieco fu difficile. Gesù dovette farla in due tappe. Anche difficile fu la guarigione della cecità dei discepoli. Gesù dovette procedere ad una lunga spiegazione riguardo al significato della Croce per aiutarli a capire, poiché la croce stava producendo in loro la cecità. Vediamo da vicino la guarigione del cieco.

• Marco 8,22-26: La prima guarigione del cieco. Portano davanti a Gesù un cieco, chiedendo a Gesù di guarirlo. Gesù lo guarisce, ma in modo diverso. Prima, lo porta fuori dal villaggio. Poi mette un poco della sua saliva sugli occhi del cieco, gli impone le mani e chiede: Vedi qualcosa? L’uomo risponde: Vedo persone; sembrano alberi che camminano! Notava solo una parte. Scambiava alberi per persone, o persone per alberi! Gesù lo guarisce solo nel secondo tentativo. Questa descrizione della guarigione del cieco introduce l’istruzione dei discepoli, in realtà il cieco era Pietro. Lui accettava Gesù messia, ma messia glorioso. Vedeva solo una parte! Non voleva l’impegno della Croce! Anche la cecità dei discepoli è guarita da Gesù, in più volte, non in una sola.

• Marco 8,27-30. La scoperta della realtà: Chi dice la gente che io sia? Gesù chiede: “Chi dice la gente che io sia?” Loro rispondono esponendo le diverse opinioni: “Giovanni Battista”, “Elia o uno dei profeti”. Dopo aver ascoltato le opinioni degli altri, Gesù chiede: “E voi, chi dite che io sia?” Pietro risponde: “Il Signore, il Cristo, il Messia!” Cioè il Signore è colui che la gente sta aspettando! Gesù è d’accordo con Pietro, ma gli proibisce di parlare di ciò con la gente. Perché? Perché in quel tempo tutti aspettavano la venuta del messia, ma ognuno a modo suo: alcuni aspettavano il re, altri il sacerdote, dottore, guerriero, giudice, profeta! Nessuno sembrava che stesse aspettando il messia servo e sofferente, annunciato da Isaia (Is 42,1-9).

• Marco 8,31-33. Primo annuncio della passione. Poi Gesù comincia ad insegnare dicendo che lui è il Messia Servo ed afferma che, come tale Messia Servo annunciato da Isaia, presto sarà condannato a morte nello svolgimento della sua missione di giustizia (Is 49,4-9; 53,1-12). Pietro si spaventa, chiama a parte Gesù per sconsigliarlo. E Gesù gli risponde: “Lungi da me satana. Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” Pietro pensava aver dato la risposta giusta. Infatti, lui dice la parola giusta: “Tu sei il Cristo!” Ma non le dà il senso giusto. Pietro non capisce Gesù. Era come il cieco. Scambiava la gente per alberi! La risposta di Gesù fu durissima: “Lungi da me, satana!” Satana è una parola ebraica che significa accusatore, colui che allontana gli altri dal cammino di Dio. Gesù non permette che qualcuno lo allontani dalla sua missione. Letteralmente il testo dice: “Allontanati da me, satana!” Pietro deve seguire Gesù. Non deve cambiare le carte e pretendere che Gesù segua Pietro.

4) Per un confronto personale

• Tutti crediamo in Gesù. Ma alcuni credono che Gesù sia di un modo, altri di un altro. Qual è oggi l’immagine più comune che la gente ha di Gesù? Qual è la risposta che la gente darebbe oggi alla domanda di Gesù? Ed io che risposta do?

• Cosa ci impedisce oggi di riconoscere in Gesù il messia?

5) Preghiera finale

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,

ascoltino gli umili e si rallegrino. (Sal 33)

 

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