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TESTO Commento su Marco 1,23-24

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IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (01/02/2009)

Vangelo: Mc 1,23-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,21-28

21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Dalla Parola del giorno

Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: “Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io lo so chi tu sei: il Santo di Dio”.

Come vivere questa Parola?

Gesù trascorre il sabato a Cafarnao con i suoi primi discepoli e manifesta la sua autorità fuori del comune insegnando e guarendo ammalati e ossessi. E tutti si chiedono da dove gli venga tale potere e tanta autorevolezza. Appunto per questo, tutto il vangelo di Marco è costruito attorno a questa domanda: Chi è questo Gesù di Nazaret?

Domanda che interessa sempre anche noi, perché Cristo è il cuore della nostra fede, e quindi della stessa nostra visione della vita che ci viene proprio da Lui. E la risposta, in questo Vangelo, giunge da chi non avremmo mai pensato. Non sono i discepoli che dichiarano Gesù Messia e neppure i fedeli della sinagoga. È Satana stesso che lo riconosce e lo proclama: "Io so chi tu sei: il santo di Dio".

San Girolamo, Padre della Chiesa, commentando questa affermazione, chiarisce e sottolinea: «Questa non è una spontanea confessione di fede cui faccia seguito il premio, ma una confessione necessariamente estorta che costringe chi non vuole. Come accade agli schiavi fuggiaschi che, incontrando dopo molto tempo il loro padrone, gridano implorazioni soltanto per evitare le bastonate, così i demoni, avendo visto d’improvviso apparire il Signore in terra, credevano che fosse venuto per giudicarli. La presenza del Salvatore è infatti tormento per i demoni».

E noi, riusciamo a riconoscere Gesù? Lo vediamo negli avvenimenti della storia, negli eventi della cronaca di ogni giorno? Sappiamo riconoscerlo soprattutto all’interno della nostra esistenza, quando ci guarisce dal male, dalla colpa, dalla violenza che a volte abita il nostro cuore?

L’indemoniato è muto, parla per lui Satana, che lo ha preso in possesso. Noi, invece, abbiamo ancora la possibilità di far sentire la nostra voce e di supplicare il Maestro di guarirci, di darci pace, di donarci speranza. Facciamolo subito, facciamolo sempre. Il Signore della vita risponderà con la sua grande misericordia, perché non lascia mai inascoltate le preghiere dei suoi figli.

Rivelami il Tuo Volto, Signore, fa’ che sappia cercarlo anche quando le nebbie del mio quotidiano mi oscurano la vista!

Parole di un filosofo contemporaneo, non credente

Cristo è colui che salva dal male, proponendo agli uomini una conversione del cuore, cioè una pratica - quella della donazione - in forza della quale il male può essere sconfitto. Ci sono tuttavia due tipi di male: uno che viene dal cuore e l’altro che è la malattia. Tradizionalmente, il male fisico è stato presentato come una conseguenza del male morale. Ma la malattia e la morte non sono imputabili, non sono cioè la conseguenza di una colpa; mentre è una colpa il fatto di non condividere il dolore. Da non credente, quello che prendo di Cristo è proprio la capacità di farsi carico del dolore degli altri.
Salvatore Natoli

 

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