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TESTO Commento su Marco 4,16-17

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Mercoledì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (28/01/2009)

Vangelo: Mc 4,16-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

“Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.”

Come vivere questa Parola?

Il tema del seme, sotto vari profili, ritorna spesso nelle parabole del Signore, come ritornano molte volte immagini e realtà naturali, tratte dal mondo vegetale, animale, umano. Si direbbero frutto di uno sguardo ecologico profondo, di qualcuno che è vicino al creato e ne percepisce i ritmi e le stagioni.

Nel caso della parabola odierna, la terra è metafora del nostro cuore, che è più o meno disponibile ad accogliere il seme della Parola. A volte, infatti, cediamo all’egoismo, alla materialità, ed allora è come se si fosse seminato sull’asfalto, e la malvagità porta via il seme. Cioè abbiamo ascoltato, ma non c’è piaciuto, abbiamo preferito il male al bene, perché il male è più facile. Sarà capitato a molti di noi nella vita.

Altre volte può capitare che il nostro cuore sia volubile, vulnerabile, ed allora ascoltando il messaggio d’amore andiamo via pieni di buoni propositi. Ma non abbiamo ancora fatta molta strada in Gesù, non siamo ancora pronti, il nostro cuore non è ancora così fertile, e tornati alla nostra vita dimentichiamo ogni cosa e quella Parola la mettiamo in disparte nel nostro cuore. Ma il Signore ci concederà tempo perché quelle pietre diventino campo e dalle esperienze di vita, a volte positive, altre negative, troveremo via via quella fertilità d’animo necessaria a far fiorire in noi la Parola del Signore.

Non dobbiamo disperare, ricordiamo quanto dice Isaia “Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza aver fecondato la terra, così sarà della mia Parola”. Dobbiamo convincerci che solo il Signore può renderci fecondi, può far fiorire la nostra vita. A noi spetta solo il compito di preparare una terra buona, aperta alla semina. Bisogna, tuttavia, avere pazienza, perché i tempi del Signore sono diversi dai nostri tempi umani. E seguire Gesù con perseveranza, come hanno fatto gli apostoli, che anche senza capire erano dietro il Cristo ad imparare da Lui. Allora il Signore con noi sarà ancora più generoso, rimuovendo Egli stesso, secondo i suoi tempi, secondo i tempi della salvezza, tutte quelle rocce, spine, asfalto, che non permettono al nostro cuore di essere fertile. Egli stesso ci farà fertili alla sua Parola.

Nello spazio di preghiera di oggi, ripeterò la domanda di una bimba, che, preparandosi alla prima Comunione, chiedeva a Gesù:

Fammi diventare una terra buona.

Parole di un teologo

La predicazione è molto più che un insegnamento; è parola che opera ciò che dice in coloro che l’accolgono, è strumento di salvezza, perché il regno di Dio consiste precisamente nell’ascoltare la Parola e nel metterla in pratica.
P.- Emery

 

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