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TESTO Le beatitudini: sfide al mondo

mons. Antonio Riboldi

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/02/2002)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

"Cercate il Signore, - afferma oggi il profeta Sofonìa, voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini: cercate la giustizia, cercate l'umiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dell'ira del Signore. Farò restare in mezzo a te, Israele, un popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore, il resto di Israele". (Sof.2,3)

Parole che introducono bene a capire ciò che il Signore ha disegnato per noi, per essere suoi figli, figli del Dio della giustizia, del perdono e della pace.

Gesù queste parole le pronuncerà all'inizio della sua missione. Racconta il Vangelo che Gesù, vedendo le folle, salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.

Quella montagna, oggi, per chi visita la Terra Santa, è il Monte delle beatitudini: una stupenda piccola altura che domina il lago di Galilea e aiuta a spingere lo sguardo oltre, fino ad arrivare quasi, con gli occhi del cuore, ai confini non solo della terra, ma al confine dell'umanità di tutti i tempi, come indicando la sorgente della vera felicità e della pace possibile a chi si addentra sulle vie che Lui indica.

L'uomo è sempre stato lo stesso. Era stato creato unicamente per essere partecipe della gioia del Padre. "Fu fatto simile a Lui". Creato per essere "beato". La scelta che fecero i nostri progenitori, ingannati dal serpente il più astuto degli animali, fu esattamente l'opposto. Fu loro suggerita una "felicità" senza Dio, non sapendo che non esiste felicità fuori di Lui. Fuori di Lui esiste il buio dell'egoismo, dell'odio, della violenza. E da allora l'uomo, quando si fa cercatore di verità, vuole conoscere quali sono le vere vie della felicità, che Adamo aveva rifiutato. Le guerre, le violenze, che sono il vero dramma e il grande dolore dello uomo, altro non sono che il cammino inverso alle beatitudini.

A volte si arriva ad affermare che Dio comanda la violenza contro l'uomo, in nome suo. La più grande bestemmia si possa pronunciare contro Dio che è amore e non conosce verso tutti i suoi figli che amore e misericordia. Come lo ha dimostrato in Gesù, donatoci per cancellare tutte le nostre miserie e introdurci così nel Regno dell'Amore, con il perdono. "E' doveroso, affermava il S. Padre ad Assisi, che le persone e le comunità religiose manifestino il più netto e radicale ripudio alla violenza, di ogni violenza a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosità facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offendere l'uomo. L'offesa all'uomo è in definitiva offesa di Dio. Non vi è finalità religiosa che possa giustificare la pratica della violenza dell'uomo sull'uomo (4)

Ero là anch'io ad Assisi, nella giornata in cui il S. Padre aveva invitato tutte le religioni alla preghiera per la pace. Quella giornata ebbi il dono di poterla vivere all'interno, come commentatore della trasmissione TV. La prima grande impressione, che metteva in discussione il comune pessimismo sulla pace, era la fortissima volontà di pace che si sentiva vibrare nella presenza di ogni credo religioso, che copriva la faccia della terra. Ragioni della pace delle religioni e ragioni della guerra nella politica si sono come affrontate e scontrate. Ed in fondo era lo scontro tra l'amore di Dio e il contrario dell'uomo. Forza delle preghiera e forza dell'odio si sono come misurati. Ancora più suscitava stupore come questo indimenticabile evento di preghiera, per una pace fondata sulla giustizia e sul perdono, trinomio indivisibile - sia stata sollecitata, accolta e pienamente condivisa dal mondo religioso, qualunque sia la fede.

Bisogna dare atto al grande prestigio che il S. Padre gode presso tutte le religioni e tutti i popoli: un prestigio che è alla base del consenso di tutti gli esponenti delle varie fedi ad accogliere l'invito ad Assisi. Poteva con forza il S. Padre affermare, certamente a nome di tutti, parlando di pace, che essa ha le sue colonne sulla giustizia e sul perdono: "Giustizia in primo luogo - affermava - perché non ci può essere pace vera se non nel rispetto della dignità delle persone e dei popoli, dei diritti e dei doveri di ciascuno e nell'equa distribuzione di benefici ed oneri tra individui e collettività. Non si può dimenticare che situazioni di oppressione e di emarginazione sono spesso all'origine delle manifestazioni di violenza e di terrorismo. E poi anche di perdono perché la giustizia umana è risposta alla fragilità e ai limiti degli egoismi individuali e di gruppo. Solo il perdono risana la ferita dei cuori e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati" (n.3)

Ed era come vedere le ali della speranza liberarsi sulle ali della pace nel mondo, il sentire nel pomeriggio quel rosario di: "Noi ci impegniamo" recitato dai singoli rappresentanti delle religioni.

Sulla terra di S. Francesco, uomo di pace, si aveva come l'impressione di tornare sulla montagna delle beatitudini, dove Gesù dettò non solo le leggi della pace, ma tracciò l'identikit di ogni vero seguace di Cristo, che sa che è figlio di un Dio Amore, che chiede amore verso i fratelli.

Era facile percepire la dolcezza delle beatitudini, che sono un vero schiaffo alle leggi del mondo, che tutti conosciamo e sono la causa dell'oscuramento della pace nelle singole coscienze e nel mondo stesso. Risentiamole:
"Beati i poveri di spirito, di essi è il regno dei cieli;
beati i miti, possederanno la terra;

beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio (Mt.5,1-12). Sono la necessaria scelta del cristiano e di chi vuole 1a pace.

Anche noi preghiamo perché sia la nostra, anche se sofferta, scelta.

Oggi poi è la GIORNATA DELLA VITA che ha per tema
"RI-CONOSCERE LA VITA"

E' un dovere che credo è ben fisso nella coscienza degli uomini e deve trovare oggi - visto come si manchi in tanti modi al rispetto della vita soprattutto dei nascituri - assume una grande responsabilità per tutti. "Ri-conoscere la vita - scrivono i Vescovi - vuol dire schierarsi a favore di chi non ha mani e voce per permettere a tutti e tutti una dignitosa esistenza: rispettare la diversità, perché ognuno concretizzi le proprie aspirazioni: appoggiare la testa sulla spalla di chi la vita l'ha già vissuta e si trova alla fine del proprio cammino: fare memoria della vita passata perché la vita futura, sia più ricca e gioiosa".

 

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